Il vento cambia: la fine del regno Ancona e l’ascesa di Palmisano

Martina Franca e la resa dei conti politica: il vecchio che resiste, il nuovo che avanza
Il vento soffia forte su Martina Franca in questi giorni, perlomeno fino a domenica. E no, non è solo un modo di dire: da giorni la città è sferzata da raffiche violente, quasi fosse un segnale che i tempi stanno cambiando.
Lo stesso vento che spazza via le foglie secche sembra aver iniziato a far scricchiolare il vecchio sistema di potere. Il sindaco Gianfranco Palmisano ha varato la nuova Giunta comunale, e dietro l’apparente normale amministrazione si cela una guerra sotterranea per il controllo della città.

Non è solo un rimpasto, è un cambio di assetto deciso. Palmisano ha preso le redini della situazione, ha imposto il suo schema e si prepara a un futuro che ormai sembra già scritto: la presidenza della Provincia di Taranto.
E non si tratta di un’ipotesi lontana, ma di una realtà imminente. Il sindaco di Taranto e attuale presidente della Provincia, Rinaldo Melucci, è in uscita, e Palmisano è destinato a prendere il suo posto a stretto giro.
Si parla di settimane, non di mesi. La scalata è già in atto, e il primo cittadino di Martina Franca è pronto a insediarsi anche alla guida dell’ente provinciale.
Un doppio ruolo, perfettamente compatibile con la sua attuale carica di sindaco, che lo proietta definitivamente tra i big della politica pugliese.
A soli 37 anni, la sua carriera ha messo il turbo, e chi pensava di poterlo ostacolare dovrà rivedere i propri piani.
Ma Ancona non molla: il vecchio resiste e sogna il ritorno nel 2027

Ma se Palmisano avanza, il vecchio sistema non si arrende. Il vero sconfitto di questa partita è Franco Ancona, 74 anni e nessuna intenzione di abbandonare la scena.
L’ex sindaco non solo combatte per le osservazioni sul Piano Urbanistico Generale, ma anche per coloro che saranno i referenti che lo gestiranno. Poi un altro sogno: tornare lui stesso a indossare la fascia tricolore.
Sì, avete capito bene. Ancona non ha alcuna intenzione di lasciare spazio ai giovani e, nonostante l’età, punta alle elezioni del 2027 per riprendersi la poltrona di primo cittadino. A quel punto avrebbe 76 anni, ma questo non sembra essere un problema per lui.
Crede ancora di poter giocare un ruolo da protagonista, sperando che il vento cambi di nuovo e gli restituisca il comando della città.
Nel frattempo, fa di tutto per ostacolare Palmisano. Il suo obiettivo? Vedere il suo PUG approvato così come l’aveva immaginato, anche a costo di mettere i bastoni tra le ruote all’attuale amministrazione. Ma il sindaco in carica non ha intenzione di lasciargli campo libero e sta riscrivendo le regole del gioco.
Il rimpasto che segna la svolta: via il vecchio, dentro il nuovo

Il rimpasto della Giunta è stato il primo atto concreto di questa rivoluzione silenziosa. I consiglieri di maggioranza, stanchi di essere semplici comparse, hanno imposto un cambio di rotta. Oggi gli assessori rispondono ai consiglieri di riferimento, e chi non aveva più una base politica solida è stato fatto fuori.
Le vittime illustri? Anna Lasorte e, soprattutto, Valentina Lenoci. Quest’ultima, braccio destro di Ancona, puntava a prendere il posto di Nunzia Convertini in Giunta, ma ha trovato la porta sbarrata. Un messaggio chiaro a tutto il vecchio sistema: i tempi sono cambiati e gli equilibri pure.
Ridimensionato anche Angelo Gianfrate, che ha perso le deleghe ai Servizi Sociali e alla Polizia Municipale. Resta in Giunta, ma ormai ha il fiato corto. Palmisano potrebbe usarlo fino alle Regionali per garantire un appoggio a Donato Pentassuglia e poi, con un colpo di spugna, eliminarlo definitivamente.

E poi c’è quella casella vuota. Un segnale che il sindaco tiene ancora una mossa in serbo, pronto a rafforzare ulteriormente la sua maggioranza con un’altra nomina strategica.
E a proposito di sogni infranti, non si può non citare il povero Bruno Maggi, segretario locale di Visione Comune, che già si era visto con la fascia di assessore addosso.
Valigie pronte, abiti stirati, discorso preparato. Peccato che la valigia non sia nemmeno riuscita a varcare la porta di casa. Niente assessorato, niente gloria. Ora non gli resta che disfare i bagagli e aspettare tempi migliori.
Opposizione inesistente, tranne Marraffa e Bello

E mentre nella maggioranza si gioca una partita durissima, l’opposizione dov’è? Michele Marraffa è l’unico a fare una opposizione vera e determinata con fatti concreti piuttosto che parole gettate al vento, più diplomatico Mauro Bello. Gli unici a tenere il punto, a criticare, a denunciare le incongruenze dell’amministrazione.
Il resto? Giacomo Conserva è scomparso. Letteralmente. Se qualcuno ha notizie di lui, può avvisare Chi l’ha visto?.
E poi c’è chi è più impegnata a prepararsi per le sfilate e a scattarsi selfie, convinta che basti apparire sui social per conquistare un seggio in Regione. Il problema è che la politica, quella vera, è fatta di battaglie, di proposte, di impegno.
E prima o poi, chi pensa solo all’immagine dovrà fare i conti con la realtà e risvegliarsi al mattino dopo lo scrutinio con un forte mal di testa
Palmisano domina il presente e pensa al futuro
Il vincitore di questa battaglia, almeno per ora, è chiaro: Gianfranco Palmisano. Ha imposto il suo gioco, ha tagliato i rami secchi, ha messo i consiglieri al centro della strategia e ha rafforzato la sua leadership. La sua ascesa alla Provincia di Taranto è ormai solo questione di giorni, anche se c’è un ricorso in atto che potrebbe allungare i tempio e con il doppio ruolo di sindaco e presidente provinciale avrà un peso politico enorme.
A Garantirgli comunque l’elezione quel lupo della politica on Gianfranco Chiarelli che potrebbe gestire quaranta voti dei consiglieri provinciali, in cambio forse un posto di assessore (l’ultimo mancante) a Donatella Castellana.
Ma la politica è imprevedibile. Il vecchio non è ancora del tutto sconfitto. Ancona resiste, trama, spera nel colpo di scena che possa rimetterlo in gioco.
Il vento soffia forte su Martina Franca. Resterà a favore del cambiamento o tornerà a spingere il passato? Il 2027 sembra lontano, ma in realtà è già dietro l’angolo. E Ancona è pronto, con il suo solito sogno di tornare in sella. Il vecchio non molla. Ma il nuovo, almeno per ora, non si ferma.