Nuova ispezione regionale sull’operato del “San Raffale”. La replica “è la quarantacinquesima in un mese”
Continua lo scontro ad alta tensione fra Fondazione “San Raffaele” e Regione Puglia. Il Dipartimento Salute della Regione Puglia ha infatti dato mandato all’ASL di Brindisi di condurre una verifica, da svolgersi entro le ore 14 di lunedì 9 settembre, riguardo i fascicoli sanitari di tre pazienti che erano stati ricoverati presso la struttura che la Fondazione gestisce a Ceglie Messapica e che sono in seguito deceduti.
E’ fatta richiesta, all’ASL competente, di condurre un’accurata valutazione dell’intero percorso assistenziale di ciascuno dei tre pazienti, comprendente le chiamate al 118 ed i referti redatti dal Pronto Soccorso che li ha inizialmente presi in carico. Con questa richiesta, il Dipartimento ha di fatto dato seguito a quanto va da tempo denunciando il consigliere regionale Fabiano Amati, in merito sia all’esistenza di casi a suo dire assai controversi riguardo alcuni decessi verificatisi presso il Centro dedicato alla cura e alla riabilitazione di pazienti con patologie di carattere neurologico, sia al fatto che la Fondazione non garantisca, all’interno del personale in sua dotazione, riguardo la presenza di tutto il personale specialistico previsto dai regolamenti regionali.
Ecco di seguito la replica piccata pubblicata oggi dall’ufficio stampa della Fondazione, firmata dal Presidente Sergio Pasquantonio, dopo la notifica della nuova attività ispettiva, la quarantacinquesima in poco più di un mese, riguardante il San Raffaele: “nei verbali delle suddette verifiche si legge “le condizioni assistenziali dei pazienti risultano adeguate”. E allora delle due l’una: le notizie divulgate quotidianamente dalla stampa sono palesemente false, tendenziose, redatte sotto dettatura o la Asl mente? Fossero le ispezioni la normale modalità di gestione di cliniche e ospedali pugliesi godremmo certamente tutti di una sanità migliore, laddove invece ciò non dovesse essere, così come risulta evidente, e si trattasse invece di stucchevole, mero accanimento nei confronti di un’Azienda che ha sempre dimostrato professionalità, eccellenza e serietà, chi risponderà delle conseguenze? Chi se ne assumerà le responsabilità? La ASL di Brindisi, la Regione o il Consigliere Fabiano Amati?”
La nota si conclude così: “E’ sotto gli occhi di tutti che le notizie che si rincorrono in queste settimane sulla negligenza e la mancanza di professionalità dei lavoratori della scrivente Fondazione hanno alimentato un clima intollerabile all’interno del Centro, di mortificazione, di sconforto e destabilizzazione e non sono sicuramente di conforto, anzi, alle famiglie dei pazienti già provate nel profondo dalla malattia dei propri cari. Un paese civile dovrebbe almeno proteggerle, non affliggerle maggiormente.”
Quella fra Amati e la Fondazione è una querelle senza esclusione di colpi, che si è trascinata per l’intera estate, e che ha visto la sua origine nella legge regionale numero 21, approvata lo scorso 30 maggio, che prevede l’istituzione, presso l’attuale San Raffaele, del Centro Regionale di riabilitazione pubblica ospedaliera di Ceglie Messapica, un’internalizzazione a tutti gli effetti, nell’ASL brindisina e dell’ospedale “Perrino” in particolare, di un servizio che per 25 anni è vissuto in un rapporto di convenzione con la Fondazione.
La Fondazione San Raffaele, per tutelarsi rispetto a quella che riteneva un’azione lesiva del proprio operato, ha fatto ricorso all’arbitrato del Tar di Lecce, affidandogli il compito di stabilire l’accettabilità giuridica della legge regionale numero 21. Il Tribunale in luglio ha dapprima sospeso, con effetto immediato, il passaggio della struttura di Ceglie all’interno dell’ASL, rinviando al 4 settembre la data nella quale riunirsi per valutare la questione nel merito. Tuttavia, pur riunitisi in quella data, i giudici hanno fatto slittare ulteriormente il giudizio all’udienza del 18 settembre.