Le lacrime di San Lorenzo: un’occasione per unire buoni auspici e conoscenza astronomica
Il 10 agosto, la notte di San Lorenzo, è senz’altro una delle più attese dell’anno. Il periodo in cui è collocata, la piena estate dell’emisfero boreale, la rende una notte fatta di suggestione e romanticismo, legata al fenomeno delle “stelle cadenti”.
Catturandone una con lo sguardo, nel loro rapidissimo solcare e illuminare per un attimo la volta celeste, siamo obbligati, per tradizione e scaramanzia, ad esprimere un desiderio per l’avvenire nostro o delle persone che ci sono care. Sperare non costa nulla e fa bene al cuore, dopo tutto.
La notte di San Lorenzo, martire sotto l’imperatore anti cristiano Valeriano nel 258 d.C, è in fondo l’esempio più noto di come i fenomeni astronomici abbiano un risvolto tanto legato alla superstizione e ai riti più ancestrali, quanto alla scienza vera e propria. Come è infatti noto a chiunque abbia cercato delle informazioni su questo fenomeno, che non riguarda in realtà solo il 10 agosto ma tutto il periodo che compreso nella prima metà di questo mese, esso non è provocato da stelle che “cadono”: le stelle sono gigantesche sfere di natura gassosa, il nostro Sole ne è l’esempio più prossimo, che non cadono da nessuna parte.
Da cosa è allora generato questo affascinante fenomeno? Dal fatto che la Terra, in questo periodo dell’anno, interseca nella sua orbita attorno al Sole un punto nel quale, ogni 134 anni, passa una delle tantissime comete che fanno parte del nostro sistema solare, la Swift-Tuttle, dal nome dei due scopritori che la osservarono indipendentemente nel suo penultimo passaggio nelle nostre vicinanze, avvenuto nel 1862, un anno dopo l’Unità dell’Italia. Da allora essa è ripassata nel 1992, e tornerà a farci visita nel 2126.
Le comete sono corpi fatti da roccia e ghiaccio che, nella loro lunghissima orbita attorno al Sole (molte di esse sono così lontane da impiegare molte migliaia di anni per compiere un giro, la Swift-Tuttle ci mette quindi relativamente poco, perché più interna al sistema solare) vanno incontro ad un surriscaldamento nel momento in cui si avvicinano alla nostra stella, il cui calore fa sublimare, gli strati superficiali. Questi granelli di cometa restano quindi sospesi nello spazio e, quando la Terra, ad inizio agosto, passa in questa zona, la sua atmosfera è solcata dai frammenti di questa cometa, che si incendiano e si dissolvono proprio a contatto con essa.
Questo sciame meteorico periodico è detto “delle Perseidi”, perché la direzione dalla quale esse provengono, attraversando il nostro cielo, è quello della costellazione del Perseo. Siccome di comete che solcano lo spazio nelle nostre vicinanze ce ne sono state tante, esistono altri sciami meteorici tipici delle diverse parti dell’anno. Quelle del periodo di inizio agosto sono tuttavia certamente le più note, le più numerose e le più iconiche.
Essendo passato relativamente ancora poco tempo dall’ultimo passaggio della Swift-Tuttle, avvenuto come detto nel 1992, il fenomeno è ancora copioso, ma andrà progressivamente diminuendo col passare degli anni. Sarà necessario attendere il 2126, con il nuovo passaggio della cometa vicino al Sole, perché possa riprendere vigore. A ogni passaggio resterà tuttavia meno materiale da disperdere e, passate un certo numero di orbite, fra chissà quanti millenni, anche il fenomeno delle “lacrime di San Lorenzo”, come ogni altra cosa esistente nell’universo, scomparirà.