20 anni di pena al responsabile dell’omicidio del 19enne Paolo Stasi
Un omicidio maturato all’interno di un giro di spaccio e uso di sostanze stupefacenti, un omicidio che fu a lungo un vero e proprio rompicapo per gli inquirenti, quello del 19 enne di Francavilla Fontana Paolo Stasi, freddato sull’uscio della propria abitazione nel pomeriggio del 9 novembre 2022. Inutili si rivelarono gli immediati soccorsi chiamati dal padre del ragazzo, che giunse in suo soccorso, scendendo le scale della propria abitazione, per capire l’origine di quelli che gli erano parsi dei botti esplosivi.
Il 20enne Luigi Borracino, ancora minorenne all’epoca dei fatti, è stato condannato dal giudice del Tribunale dei minori di Lecce Lucia Rabboni ad una pena di 20 anni di reclusione, pur considerata la richiesta di rito abbreviato fatta dal responsabile dell’omicidio e quindi lo sconto di un terzo della pena. Una pena, quella comminata in primo grado, superiore di due anni che la pubblica accusa aveva presentato nell’udienza del 9 maggio scorso.
Alla famiglia Stasi, ai genitori di Paolo e alla sorella, costituitisi nel processo come parte offesa, è stato riconosciuto un risarcimento ancora da quantificare.
L’imputato è stato riconosciuto colpevole dei reati di omicidio volontario premeditato, aggravato dai futili motivi, di quello di possesso illegale di arma di fuoco e di quello di spaccio. Quella sera, accompagnato dall’amico Cristian Candita, la cui posizione è al vaglio di altro processo presso il Tribunale di Brindisi, Borracino si presentò in via Occhibianchi, presso la residenza della famiglia Stasi, colpendo a morte Paolo Stasi e poi dileguandosi rapidamente dalla zona a bordo della stessa Fiat Punto guidata da Candita.
Il reo confesso ha dichiarato di non aver voluto sparare per uccidere la vittima ma solo per intimorirla, e su questo aspetto si apre il lato più oscuro della vicenda. Dalle indagini è infatti emerso come Paolo Stasi, insieme alla madre, la 54enne Nunzia D’Errico, erano coinvolti nello stesso giro di spaccio di sostanze stupefacenti al quale facevano riferimento sia Candita sia Borracino. Essi erano confezionatori di dosi da vendere sul “mercato” della zona ma erano anche consumatori di sostanze, e avevano maturato, nei confronti di Borracino, un debito significativo, pari a 5 mila euro.
Il giovane responsabile dell’omicidio Stasi voleva quindi, ha affermato, provare a mettere alle strette Stasi, sperando che tanto potesse bastare per entrare in possesso della somma che gli spettava per quell’attività illegale. Tuttavia egli quella sera non si limitò a mostrare l’arma da fuoco, azionandola si assunse evidentemente il rischio di poter ferire, anche mortalmente, la vittima.
Molto delicata è quindi la posizione della madre di Paolo Stasi, straziata dal dolore indicibile della perdita di un figlio ma anche parte in causa nel contesto criminale nel quale questo orribile omicidio si è prodotto. Nunzia D’Errico per questo motivo è a processo per spaccio di sostanze stupefacenti, mentre l’avvocato difensore di Borracino ha già annunciato il ricorso in appello.