Trani, case popolari occupate: la giustizia condanna cinque persone
Cinque condanne per l’occupazione di una casa popolare a Trani. Questo è il verdetto emesso dal giudice Marina Chiddo del Tribunale di Trani, che ha posto fine a un processo lungo e travagliato. L’episodio, avvenuto il 20 giugno 2018, ha sconvolto la città e portato alla ribalta il problema delle occupazioni abusive.
Il 20 giugno 2018, M. M., E. S., T. e M. O., insieme a E.P. si sono introdotti illegalmente in un appartamento di edilizia popolare in via Olanda. La casa apparteneva a Felice Gusmai, un anziano di 89 anni, ricoverato in ospedale al momento dell’occupazione.
Cinque condanne per l’occupazione di una casa popolare a Trani. M. M., E. S., T. e M. O. sono stati condannati a otto mesi di reclusione con pena sospesa, mentre Elisabetta Patruno ha ricevuto una pena più severa: due anni, due mesi e venti giorni di carcere e una multa di 3.000 euro. Tutti gli imputati sono stati riconosciuti colpevoli di violazione di domicilio continuata in concorso.
Il Comune di Trani, costituito parte civile, ha ottenuto il risarcimento dei danni, che verranno quantificati in sede civile. Anche i figli di Felice Gusmai, costretti a trasferire il padre in una struttura a Margherita di Savoia, hanno subito gravi conseguenze. Dopo la dimissione dall’ospedale, Felice non ha mai più potuto tornare nella sua casa e la sua salute è peggiorata, portandolo alla morte nel marzo 2019.
Il giudice Marina Chiddo ha sottolineato la gravità della situazione, definendo l’occupazione “una delle più drammatiche” mai viste a Trani. Le motivazioni della sentenza verranno rese note entro 90 giorni, ma già ora emergono dettagli inquietanti sulle modalità dell’occupazione: serrature forzate, mura danneggiate e minacce ai familiari della vittima.
Cinque condanne per l’occupazione di una casa popolare a Trani sono un segnale forte contro chi pensa di poter violare la legge impunemente. La vicenda di Felice Gusmai è una triste testimonianza di come la fragilità delle persone anziane possa essere sfruttata in modo ignobile.