Fucile d’assalto, pistole e munizioni in casa: arrestato a Galatone
Galatone – Fucile d’assalto, pistole e munizioni in casa. Questa la situazione che ha portato all’arresto di G. S., operaio 48enne di Nardò, nella sua abitazione a Galatone. L’uomo ha dichiarato di essere stato semplicemente un custode per 400 euro al mese, ma la giudice Maria Francesca Mariano non gli ha creduto.
Durante l’interrogatorio, Stapane ha raccontato di non essere a conoscenza della natura degli oggetti che stava custodendo perché erano incartati. La giudice, però, ha definito la sua abitazione come una “Santa Barbara domestica” e ha ritenuto inverosimile la sua versione, ipotizzando un coinvolgimento più profondo nel traffico di armi.
La scoperta dell’arsenale
Gli agenti del commissariato di Nardò hanno fermato S. la sera del 23 maggio mentre usciva di casa. Costretto a rientrare, durante la perquisizione nella sua camera da letto sono stati trovati un fucile d’assalto russo AK-47 con selettore semi-automatico e raffica, un caricatore con cinque cartucce calibro 7,62, e altre venticinque munizioni. Inoltre, sono state rinvenute due pistole semiautomatiche calibro 9 corto, una delle quali con matricola abrasa e un caricatore fornito di nove cartucce, mentre l’altra risultava rubata.
La giustificazione del custode
Stapane ha dichiarato di aver accettato la proposta di un amico per guadagnare 400 euro al mese, non sapendo che stava custodendo armi. La giudice Mariano non ha creduto alla sua versione, ritenendo che armi di tale natura, ben tenute e funzionanti, non potevano essere considerate semplici collezioni ma pronte all’uso per reati gravi.
Le implicazioni legali
La difesa di S., rappresentata dall’avvocato Mauro Margarito, ha annunciato l’intenzione di ricorrere al tribunale del Riesame. Nel frattempo, la giudice ha deciso di mantenere l’operaio in carcere, sottolineando il pericolo che le armi ritrovate rappresentano.
L’arresto di G. S. per il possesso di un fucile d’assalto, pistole e munizioni ha suscitato preoccupazione a Galatone. La giustificazione dell’uomo di essere solo un custode per 400 euro al mese non ha convinto la giudice, che vede in lui un possibile elemento di un circuito criminoso. La situazione resta tesa e in attesa di ulteriori sviluppi legali.