Sequestro ricci di mare a Campomarino
Salvaguardia ambientale in azione
La Guardia Costiera di Taranto ha messo a segno un colpo significativo contro la raccolta illegale di ricci di mare a Campomarino di Maruggio, ribadendo il divieto assoluto di tale pratica nelle acque pugliesi. Grazie all’occhio vigile di un cittadino esemplare, circa 300 ricci di mare sono stati liberati nel loro habitat naturale, sottolineando l’importanza di preservare la biodiversità marina.
Il divieto di raccolta dei ricci di mare non è una novità, ma la recente pronuncia della Corte Costituzionale, con la sua sentenza n. 16/2024, ha gettato nuove luci sull’importanza di proteggere questi esseri viventi, spesso sottovalutati, ma cruciali per l’equilibrio degli ecosistemi marini. Il sequestro effettuato a Campomarino non è solo un atto di giustizia ambientale ma rappresenta un chiaro messaggio: le risorse marine sono preziose e fragili, e la loro tutela è una priorità.
La sanzione pecuniaria elevata a 2.000 €, rispetto ai precedenti 1.000 €, dimostra un rafforzamento delle misure contro la pesca illegale, mirando a disincentivare attività dannose per l’ambiente marino. L’azione della Guardia Costiera, inoltre, evidenzia l’importanza della collaborazione tra cittadini e autorità nella lotta contro il bracconaggio marino.
Questo episodio è un promemoria di come ogni individuo possa contribuire alla salvaguardia dell’ambiente, semplicemente prestando attenzione e segnalando attività sospette. I ricci di mare, liberati al largo del porto, sono tornati a popolare il mare di Puglia, grazie all’intervento tempestivo e all’impegno della comunità e delle autorità locali.
Il sequestro dei ricci di mare a Campomarino non è solo un’azione di contrasto alla pesca illegale ma simboleggia un impegno più ampio verso la conservazione degli ecosistemi marini. Un passo importante per la Puglia, che si conferma in prima linea nella tutela della biodiversità.