Scuola Leonardo Da Vinci Martina Franca: c’era una volta l’eccellenza

Dalla scuola modello all’emblema del disagio educativo: studenti in fuga, docenti esasperati, disabili ignorati e gestione autoritaria mettono in ginocchio un intero istituto
L’Istituto Leonardo Da Vinci Martina Franca era un punto di riferimento per la formazione, accogliendo studenti da tutta la provincia. Un modello d’eccellenza. Oggi, invece, il Leonardo Da Vinci Martina Franca è un istituto in affanno, che perde iscritti, docenti, credibilità.
Di conseguenza, perde, soprattutto, dignità. A questo si aggiunge una crisi profonda che coinvolge studenti, famiglie, personale e istituzioni, esplosa ormai a livello cittadino.
L’istituto accoglieva studenti da tutta la provincia, era moderno, ambito, all’avanguardia. Modello d’eccellenza, costruito nel tempo. Oggi, invece, resta solo la nostalgia di quel passato. Nel frattempo, un altro disabile vive una situazione analoga, con i genitori che resistono, non si sa ancora per quanto.
Arrivavano studenti da tutta la provincia. Era ambito, moderno, all’avanguardia. C’era una volta una dirigente, Adele Quaranta che era oltretutto una manager capace di far competere quell’istituto con altri a carattere internazionale. Quella dirigente è andata qualche anno fa in pensione.
Oggi, invece, il Leonardo Da Vinci Martina Franca è un istituto in affanno, che perde iscritti, perde docenti, perde credibilità. E perde, soprattutto, dignità.
Di quella reputazione è rimasto poco. E quel poco, sbiadisce ogni giorno sotto il peso di una gestione che sembra arrivare da un’altra epoca. Ma non una gloriosa.
Crisi al Leonardo Da Vinci Martina Franca: due sorelle non vedenti costrette al ritiro
Due sorelle, entrambe con gravi problemi alla vista, sono state costrette a lasciare l’Istituto Leonardo Da Vinci. Non per motivi familiari. Ma perché a scuola, di supporto e inclusione, nemmeno l’ombra. La madre ha dovuto sottrarle a un ambiente che avrebbe dovuto accoglierle, sostenerle, includerle. Invece? Ignorate, isolate, abbandonate. Un fallimento educativo inaccettabile. Un altro disabile vive in una situazione simile, con i genitori che stanno ancora resistendo, ma non sappiamo fino a quando.
Bar scolastico chiuso al Leonardo Da Vinci Martina Franca: studenti senza ristoro

Il punto ristoro dell’Istituto Leonardo Da Vinci Martina Franca, attivo da oltre trent’anni, è stato chiuso senza spiegazione. Intanto, in altri plessi restano attivi distributori automatici non autorizzati. La dirigente scolastica ha chiuso lo storico bar dell’istituto. Nessun confronto con il Consiglio d’Istituto. Ragazzi che restano a scuola fino alle 16:45 non hanno accesso a cibo o acqua (e quest’ultima è una violazione).
Fuggi fuggi al Leonardo Da Vinci di Martina Franca: docenti e studenti in fuga
Insegnanti che sono andati via, preferendo di farsi chilometri ogni mattina pur di andare via. Malcontento generale di docenti e già in passato ce ne siamo occupati. Segnalazioni, esposti, richieste di trasferimento. Classi che non si formano. Genitori disorientati. La comunità scolastica è allo stremo. E ora si parla di accorpamento dei plessi per mancanza di studenti e già quest’anno non sono riusciti a formare delle classi. Meno sedi, meno problemi per la dirigenza. Ma più disagi per tutti gli altri.
Chi è la dirigente scolastica? Una storia che si ripete
Già a Grottaglie la dirigente fu protagonista di una rivolta studentesca. Toni rigidi, autoritarismo, relazioni difficili. Oggi, a Martina Franca, lo stesso copione. Chi guida una scuola non può dimenticare che rappresenta anche un’idea di civiltà. Non può chiudersi nel silenzio, imporre soluzioni unilaterali o ignorare il confronto. Contrariamente a coloro che usano l’autorità come scudo, dimostrando di non essere all’altezza del proprio ruolo. Chi dissente, si sente dire: “Io sono un pubblico ufficiale”. Ma la legge prevede responsabilità aggravata per chi abusa del ruolo. Ricordiamolo.
Tre plessi, una comunità divisa
Ex Motolese con Geometra e Logistica. Via Guglielmi con Trasporti. Sede centrale con Finanza, Turismo, Artistico e Odontotecnico. Tuttavia, l’organizzazione del Leonardo Da Vinci di Martina Franca è allo sbando. Le attività extracurricolari sono sparite. Inoltre, le proposte formative sono ridotte all’osso. Intanto, sulle pareti della scuola compaiono scritte che raccontano un disagio reale, un grido di protesta che nasce da chi non viene ascoltato.
Un grido silenzioso (ma neanche tanto)
Infatti, le scritte apparse sui muri del Leonardo Da Vinci Martina Franca – pur gravi nei toni e nei modi – raccontano di un disagio reale. Di una protesta silenziosa che esplode quando nessuno ascolta, e nessuno interviene.
Una scuola pubblica non può essere un feudo
Le autorità scolastiche devono intervenire. Una preside non è un’autorità assoluta. È un punto di riferimento umano ed educativo. Chi chiude, impone, ignora, non può restare. Per il bene degli studenti. Per il rispetto del personale. Per ridare dignità alla scuola pubblica.
Concludiamo con un impegno chiaro, fermo, incrollabile: Puglia Press attenzionerà questa vicenda con rigore assoluto. Lo faremo per i ragazzi, per le famiglie, per la città di Martina Franca, che merita scuole all’altezza della sua storia e non può permettersi macchie sulla propria reputazione formativa. Nessuna.
L’Amministrazione Comunale ha il dovere, morale prima ancora che istituzionale, di andare a fondo alla questione. Coinvolgendo gli organi scolastici preposti, verificando ogni denuncia, accertando ogni anomalia, pretendendo risposte. Immediate.
E a quei sindacati o sindacalisti che oggi tacciono, voltandosi dall’altra parte o minimizzando, diciamo: abbiate almeno il coraggio di iscrivere i vostri figli a questo istituto. Vivete, sulla vostra pelle, ciò che tanti ragazzi vivono ogni giorno.
Noi non smetteremo di raccontarlo. Con nomi, fatti, documenti. Perché una scuola che esclude, che punisce, che isola, non è una scuola. È un problema sociale. E va risolto. Con fermezza. E senza più ipocrisie. Naturalmente, noi contiamo sul ravvedimento e soprattutto sul buonsenso e che, la dirigente apra le porte del proprio ufficio, ricordandosi di quando anche lei era una studentessa alle superiori. Torni ad essere quella ragazza del liceo. Chi guida una scuola non può dimenticare che rappresenta anche un’idea di civiltà. Non può chiudersi nel silenzio, imporre soluzioni unilaterali o ignorare il confronto.