Emergenza siccità in Puglia: invasi ai minimi, agricoltura in ginocchio

Le campagne pugliesi tremano: la stagione irrigua rischia di non partire. I dati sono allarmanti e il futuro dell’agricoltura locale è appeso a un filo d’acqua.
Con -82 milioni di metri cubi negli invasi della Capitanata e appena 2 milioni disponibili nella diga del Locone per l’irrigazione, la Puglia affronta una delle peggiori crisi idriche degli ultimi anni. Secondo Coldiretti Puglia, l’acqua complessiva disponibile al 18 aprile è di 112 milioni di metri cubi, contro i 195 milioni del 2024. Un deficit che blocca l’avvio della stagione irrigua, compromettendo la sopravvivenza di colture strategiche come il pomodoro, l’olivo e la vite.
Il timore è di un disastro peggiore rispetto all’anno scorso, quando la siccità causò oltre 1 miliardo di euro di danni. Si è già tenuto un primo vertice tra l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale e i consorzi di bonifica per coordinare un piano di azioni strutturali e preventive. Tra i più colpiti, i sistemi del Fortore e dell’Ofanto, con deficit idrici che superano i 190 milioni di metri cubi.
Le richieste del settore sono chiare: investimenti urgenti su infrastrutture idriche, riuso delle acque reflue, promozione di colture meno idroesigenti e sistemi di irrigazione moderni. L’agricoltura pugliese, colonna dell’economia locale, non può più permettersi l’attesa.