Giorgio Guacci: idee, numeri e proposte per la Taranto che vuole ricominciare

Un confronto diretto con l’economista e dirigente di COFIDI Progetto Italia, che propone una visione lucida e concreta per il rilancio di Taranto, tra portualità, imprese e pianificazione strategica
Nell’intervista completa, disponibile in fondo all’articolo, Giorgio Guacci espone con chiarezza la sua visione per la ripartenza di Taranto.
Giorgio Guacci non è un volto televisivo, né un protagonista della cronaca politica quotidiana. Eppure chi si occupa di sviluppo economico, pianificazione territoriale e impresa in Puglia, sa bene chi è. Economista, presidente di UPALAP – l’associazione che rappresenta micro, piccole e medie imprese – e direttore commerciale di COFIDI Progetto Italia, Guacci è una delle figure più autorevoli e operative nel panorama economico locale.
La sua visione non è costruita sul racconto, ma sui numeri. Lo dimostra nell’intervista rilasciata ad Antonio Rubino per il format “Botta e Risposta” di Puglia Press, disponibile integralmente in coda a questo articolo. Senza dichiarazioni eclatanti né slogan, Guacci affronta con chiarezza il tema dello sviluppo della città, partendo da un punto semplice ma non banale: le risorse ci sono, manca il metodo.
Nel dialogo con Rubino, si parla della necessità di una guida qualificata per l’Autorità Portuale di Taranto, del rilancio del molo polisettoriale, oggi sottoutilizzato, e del ruolo che Taranto potrebbe giocare, se solo ci fosse il coraggio di una visione industriale seria, supportata da competenze reali. La sua è una posizione tecnica ma tutt’altro che fredda. Guacci conosce il tessuto delle imprese, ne intercetta le difficoltà ma anche le potenzialità, e insiste sul ruolo dei consorzi fidi e degli strumenti di garanzia per sostenere le piccole attività che rappresentano l’ossatura del territorio.
Tarantino d’adozione, non cerca vetrine politiche. Nell’intervista, precisa di non essere candidato con nessun partito, eppure il suo contributo al dibattito pubblico è tutt’altro che neutro. È una proposta, chiara, concreta, misurabile. È la voce di chi ritiene che Taranto debba uscire da logiche emergenziali e tornare a ragionare per progetti.
L’intervista integrale – visibile in fondo all’articolo – è uno spaccato prezioso su ciò che potremmo essere se la competenza tornasse ad avere un ruolo centrale. Non servono miracoli, dice in sostanza Guacci. Serve serietà, responsabilità e il coraggio di fare scelte giuste, anche se impopolari.
Taranto è una città che ha imparato a convivere con la retorica del cambiamento. Quello che Guacci suggerisce non è l’ennesimo piano salvifico, ma un cambio di passo metodico, fondato sulla preparazione e sull’ascolto del mondo produttivo. Una proposta che merita attenzione, soprattutto ora, alla vigilia delle elezioni comunali.