Centro di Riabilitazione di Ceglie: la Corte Costituzionale dà ragione alla Regione Puglia

Amati esulta: “Sconfitta la pretesa privatistica. Il Centro resterà pubblico: è una vittoria per la salute dei cittadini”
CEGLIE MESSAPICA 22 Aprile 2025– È una decisione che segna un punto fermo nella lunga battaglia istituzionale per la difesa del diritto alla sanità pubblica.

La Corte Costituzionale ha respinto l’impugnativa del Governo contro la legge regionale pugliese che istituisce il Centro pubblico di Riabilitazione di Ceglie Messapica.
Una vittoria che l’assessore e Consigliere Regionale Fabiano Amati definisce “commovente”, frutto – sottolinea – “di una lotta solitaria, fatta nel silenzio e tra mille paure”.
La sentenza della Consulta ha bocciato punto per punto le obiezioni avanzate dal Governo centrale, sconfessando – di fatto – anche le rivendicazioni della famiglia Angelucci, proprietaria del gruppo privato interessato alla gestione del centro.
Nessuna violazione dei piani di rientro, nessun aumento di spesa, nessuna forzatura sui programmi sanitari: il Centro resterà pubblico, regionale e interamente a servizio dei cittadini.
“Abbiamo vinto – ha dichiarato Amati – e voglio dedicare questa decisione a chi ha sofferto, a chi ha resistito, a chi ha avuto il coraggio di non mollare. A Mattia, che mi ha fatto conoscere il problema, ai pazienti, alle famiglie, ai lavoratori e ai sindacalisti che mi sono stati accanto anche quando sembrava che li stessi portando in un vicolo cieco”.
Il Centro di Riabilitazione potrà così proseguire il suo cammino come struttura regionale, “generando risparmi per la Regione e restituendo dignità al servizio sanitario pubblico”, ha aggiunto Amati.
L’unico rilievo tecnico mosso dalla Corte riguarda una formula sulle assunzioni, che – ha assicurato – sarà prontamente corretta nel rispetto dei principi costituzionali.
Nelle sue parole, anche il ringraziamento al presidente della Regione Michele Emiliano, ai consiglieri regionali che hanno votato la legge, all’Avvocatura regionale – con una menzione speciale alla coordinatrice Rossana Lanza e agli avvocati Isabella Fornelli e Paolo Scagliola – e ai dirigenti e funzionari regionali che hanno condiviso con lui “un’aggressività senza precedenti”.
“I luoghi della cura appartengono ai cittadini, non alle confidenze con gli operatori economici privati. Questa sentenza – conclude Amati – non è solo giuridica, è politica e morale. È la prova che la buona amministrazione e la determinazione possono prevalere sulle pressioni”.