Il Comune di Oria in cerca di legali per tutelarsi dai ricorsi dei cittadini multati

Mentre proseguono le indagini dei carabinieri per dare un volto ai responsabili dell’attentato incendiario che distrusse due auto della polizia urbana lo scorso 25 marzo, a Oria l’argomento più dibattuto resta quello dei verbali comminati proprio dai vigili urbani agli automobilisti che violino il Codice della strada, in particolare in materia di parcheggio.
Del resto è verosimile che alla base dello stesso attentato, vi sia stato essenzialmente il malumore che qualcuno ha voluto inopinatamente esprimere accanendosi sulle auto dei vigili urbani. Successivamente, l’Amministrazione comunale oritana è stata sommersa da messaggi di solidarietà, e dal Comune di Brindisi sono giunte anche due auto per la polizia urbana che serviranno a tamponare l’emergenza.
Ad ogni modo, le proteste dei cittadini che ritengono di essere stati ingiustamente sanzionati si stanno esprimendo anche tramite ricorsi legali versus l’Amministrazione, e questa è stata costretta quindi ad emanare una delibera nella quale chiede sostanzialmente la disponibilità, tramite autocandidatura, ai legali che lo vogliano, di difendere il Comune di Oria nei contenziosi che saranno istruiti presso il Giudice di Pace competente.
Ma sulla questione, e sugli effetti che essa sta avendo sugli animi della popolazione, sono voluti intervenire con un comunicato inviato al sindaco, alla popolazione, al prefetto di Brindisi Luigi Carnevali anche gli ex primi cittadini, coloro i quali hanno preceduto Cosimo Ferretti sullo scranno di Palazzo di Città, e lo hanno fatto per suggerire un approccio più morbido in materia di sanzioni, proprio per non esacerbare ulteriormente gli animi.
Dopo aver biasimato senza mezzi termini quanto accaduto il 25 marzo, Cosimo Moretto, Francesco Carone, Ermanno Vitto, Cosimo Pescatore, Ferdinando De Pace, Sergio Ardito, Cosimo Pomarico e Maria Carone scrivono: “A seguito di quest’episodio, gli organi istituzionali hanno attivato un controllo del rispetto delle regole a dir poco esasperato, con “tolleranza zero”, che ha però provocato disappunto e disagio nella generalità dei cittadini, già rispettosi delle regole stesse, e che, in tale particolare situazione, si erano già sentiti personalmente e solidalmente minati nella loro sicurezza personale e colpiti dal gesto criminale, in quanto facenti parte della Comunità e delle Istituzioni stesse che li rappresentano.
Con tutto il rispetto che nutriamo verso le autorità preposte, invitiamo il Sindaco a ripristinare i
“ponti” che aiutano a ricreare quel clima di fiducia e di collaborazione che deve esistere tra cittadini e
istituzioni per la tranquillità e serenità di tutti, condizione indispensabile di vita operosa e costruttiva per
lo sviluppo del nostro territorio.
La rigidità e l’inflessibilità esacerba gli animi e genera conflitti a discapito della buona e civile
convivenza, che non vuol dire lassismo, ma accettazione dell’altro con tutti i suoi difetti e correzione
fraterna per il suo bene e per il bene di tutti.
Le forze dell’ordine facciano pure il proprio dovere, e sanzionino chi non rispetta le regole del codice della strada, ma non per cose di poco conto per le quali basta l’invito a non ripeterle. Lo facciano con garbo, con gentilezza, magari facendo capire l’importanza del rispetto delle regole a garanzia della libertà di tutti, che non vuol dire libero arbitrio o prepotenza.
Si evitino gli eccessi e si intervenga caso per caso, valutando con buonsenso le varie situazioni, magari
proferendo, quando si può, un garbato rimprovero. Si diventi inflessibili con coloro che rifiutano con
arroganza la legittimità fiscale delle azioni della polizia locale o delle forze dell’ordine in generale e
comprensivi con il povero cittadino che qualche volta è costretto, per obiettiva e impellente necessità, a
forzare qualche piccola regola, magari non per una sua espressa volontà”.