I lavoratori dell’indotto di Cerano indignati per il mancato riconoscimento da parte del rappresentante di Enel

Nonostante il Ministero per le Imprese abbia raccolto molte proposte nel bando aperto rivolto alle realtà industriali che vogliano investire nella riconversione degli spazi che la Centrale Enel “Federico II” di Cerano, a sud di Brindisi, libererà col suo spegnimento alla fine di quest’anno, le centinaia di lavoratori occupati per anni nell’indotto non hanno al momento alcuna certezza sul loro futuro.
Privi ormai da tempo di una pur minima continuità lavorativa a causa del progressivo calo della produzione energetica da parte del sito, essi continuano tuttavia a far sentire la loro voce.
Riportiamo di seguito il loro comunicato seguito ad un incontro che ha avuto luogo questa settimana presso la sede del Comune di Brindisi, che dimostra quanto psicologicamente pesante sia la situazione in cui si trovano al momento.
«Riteniamo inaccettabile quanto accaduto il 9 aprile 2025 a Palazzo di Città, in occasione dell’incontro convocato dal Sindaco con il comitato dei lavoratori dell’indotto Enel Cerano e un rappresentante di Enel. Quest’ultimo ha rifiutato di partecipare, affermando di non voler sedere al tavolo con un comitato “non riconosciuto”.
Se l’invito fosse partito da noi, potremmo anche comprendere la sua posizione. Ma l’incontro è stato richiesto dal primo cittadino, rappresentante di una comunità che da anni subisce il peso delle scelte industriali imposte dai grandi colossi. Rifiutare il dialogo con il Sindaco — e di conseguenza con i lavoratori — è un atto di arroganza istituzionale e umana.
Noi siamo quelli che per anni hanno lavorato nella Centrale Enel, spalando carbone, cenere, gesso e altro ancora, mentre dirigenti ben pagati godevano dei loro stipendi e premi di fine anno seduti comodi dietro una scrivania.
La nostra unica preoccupazione è il futuro. E a chi oggi si rifiuta di riconoscerci, diciamo che domani ci troverà davanti ai cancelli. Per voi siamo solo numeri. Ma dietro ogni numero ci sono uomini e donne, padri, madri, mariti e mogli, che ogni giorno lottano per portare a casa il pane con dignità. Una dignità che manca a chi non ha il coraggio di guardare in faccia chi ha reso possibile, col proprio sudore, il funzionamento della Centrale.»
Comitato Lavoratori Enel Cerano