Mirko Di Bello: «Adesso è il tempo di cambiare Taranto» (La Video intervista)

Il candidato sindaco della coalizione Adesso,spiega il suo progetto tra coraggio civico, riorganizzazione e visione. «Una Taranto che torni a farsi amare»

Mirko Di Bello, 43 anni, avvocato, volto nuovo della scena politica tarantina, si presenta con una proposta civica che ambisce a rompere gli schemi tradizionali. Non un nome calato dall’alto, non un candidato imposto dai partiti: la sua lista si chiama Adesso, ed è sostenuta da sei formazioni civiche. Ma soprattutto è spinta da una rete di cittadini, professionisti, attivisti, giovani che chiedono una svolta.
Ospite del direttore nella redazione di Puglia Press per il nuovo format Botta e Risposta. L’atmosfera è schietta, come nello stile della trasmissione. Di Bello non si sottrae. Né alle domande più tecniche, né a quelle personali. L’intervista comincia da una domanda chiave: da quando ha cominciato a prepararsi a questo salto.
Un progetto che parte da lontano
«Non ho deciso all’ultimo momento», chiarisce subito. «È da tempo che lavoro con le persone, nelle associazioni, ascolto i bisogni. La candidatura non nasce per caso. È il risultato di un percorso civico maturo, condiviso, che ha visto convergere energie e professionalità da ogni quartiere della città».
L’eredità di famiglia
Non si nasconde quando gli chiediamo di Rossana Di Bello, la zia, già sindaco di Taranto. «È un cognome che porta con sé una storia. Ma io ho fatto una scelta diversa. Non rinnego nulla, ma voglio camminare con le mie gambe, nel mio tempo, con la mia squadra».
Una città da riorganizzare
Il cuore della proposta di Di Bello sta nella riorganizzazione dei servizi, della macchina comunale, degli spazi urbani. «Non possiamo più vivere nell’improvvisazione. Serve una strategia seria, multilivello. Dobbiamo rimettere ordine. A partire dalla viabilità, dai trasporti, dai servizi essenziali».
Ambiente e ILVA: scelte chiare
Quando si tocca il tema ambientale, Di Bello è netto: «Il tempo dell’ambiguità è finito. Serve chiarezza: sulla salute, sul lavoro, sulla transizione. Non possiamo più permettere che l’ILVA sia l’alibi di tutti. Dobbiamo pretendere riconversione, tutela vera, monitoraggio continuo».
Sport, giovani, cultura
Tre parole che per Di Bello non sono slogan, ma elementi fondanti di una città viva. «Taranto ha perso troppi ragazzi, troppi talenti. Dobbiamo trattenerli qui. Dobbiamo offrire alternative credibili, concrete. Lo sport è educazione, la cultura è identità. Se vogliamo che Taranto si ami di più, dobbiamo prima rispettarla e raccontarla meglio».
Partecipazione: la chiave del cambiamento
«Senza partecipazione, nessuna rivoluzione è possibile», dice. E cita esperienze di bilancio partecipato, consulte tematiche, strumenti digitali per dialogare in tempo reale con i cittadini.
I primi 100 giorni e la squadra
Alla domanda sui primi provvedimenti risponde così: «Pulizia della città, apertura immediata degli sportelli comunali decentrati, e rilancio dei servizi per le fasce fragili. Taranto deve tornare a essere una città che accoglie, che funziona, che dialoga con chi ha bisogno». La squadra? «Già pronta. Abbiamo profili competenti, trasparenti, disponibili. Non faremo giunte per equilibri politici. Faremo scelte in base al merito e alla dedizione».
Una chiusura chiara
Conclude con una frase semplice, ma potente: «Taranto deve tornare a far innamorare i suoi cittadini. Per riuscirci, dobbiamo guardarla con occhi nuovi. Io ci credo».
L’intervista a Mirko Di Bello ci presenta un candidato che crede nel potenziale della città e nella forza delle idee. Non fa proclami, ma parla di organizzazione, partecipazione, dignità. La sua sfida non è solo vincere, ma convincere. E se riuscirà a trasformare entusiasmo in governo, Adesso potrebbe diventare davvero un punto di svolta per Taranto.
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