Ferrarese: “Taranto 2026 è una sfida che vinceremo”

Il Commissario e Presidente del Comitato Organizzatore: «La città merita strutture moderne e rispetto istituzionale»
Taranto 2026 non è solo un evento sportivo. È un’occasione storica. Una scadenza che può cambiare il volto della città. Un’opportunità che richiede visione, competenza e coraggio. Lo sa bene Massimo Ferrarese, intervistato nel format Botta e Risposta di Puglia Press.

Imprenditore, già presidente di Confindustria Brindisi e della Provincia di Brindisi, ex presidente di Invimit – società del Ministero dell’Economia – Massimo Ferrarese ha accettato l’incarico di Commissario straordinario per i Giochi del Mediterraneo nel giugno 2023, e pochi mesi dopo è stato nominato anche Presidente del Comitato Organizzatore.
Un doppio ruolo che oggi gli consente di avere una visione d’insieme unica. E lo si capisce subito, fin dalle prime risposte: niente giri di parole, niente frasi fatte. Solo fatti, numeri, date, impegni.
“Per quattro anni non si era fatto praticamente nulla. Quando sono arrivato, la situazione era ferma. Ma non sono qui per fare polemiche. Io guardo avanti.”
Il suo approccio è concreto. Nessuna autocelebrazione, ma consapevolezza dei risultati ottenuti. In pochi mesi sono stati sbloccati progetti, avviati cantieri, risolti nodi burocratici.“Abbiamo recuperato il tempo perso. Gli interventi saranno completati nei tempi stabiliti. E Taranto avrà finalmente strutture moderne, degne di ospitare un evento internazionale.”
Ferrarese conosce bene il significato di parole come “credibilità” e “affidabilità”, soprattutto quando si rappresenta un intero territorio davanti all’Italia e al mondo.
Per questo sottolinea un aspetto spesso trascurato: “Oltre alle opere, serviva recuperare il rispetto delle istituzioni centrali. Serviva dimostrare che Taranto è in grado di rispettare gli impegni. Ora questo rispetto ce lo stiamo guadagnando”.
Un passaggio importante dell’intervista è dedicato ai rapporti con il Governo e con i soggetti attuatori: “Con i Ministeri c’è collaborazione. Lavoriamo in sinergia con Invitalia, con Sport e Salute, con tutti gli enti coinvolti. Abbiamo messo ordine e metodo”.

Ma non è solo questione di grandi opere e di carte. Ferrarese insiste su un punto che spesso sfugge ai commentatori: la portata sociale e culturale dell’evento.“Taranto 2026 non sarà solo un’occasione di visibilità o di turismo. Dobbiamo lasciare un’eredità. Gli impianti devono essere utilizzabili dai giovani, dalle scuole, dalle società sportive. Le Olimpiadi del Mediterraneo devono diventare un punto di svolta per la qualità della vita in città.”
Il suo è un messaggio che va oltre la scadenza del 2026. Ferrarese guarda lontano. Parla di rigenerazione urbana, di rilancio delle periferie, di impianti a basso impatto ambientale.
“Sono orgoglioso – dice – del fatto che molti impianti saranno nuovi, efficienti e inclusivi. Lo Stadio Iacovone, ad esempio, avrà finalmente standard moderni. Ma anche quartieri come Salinella o Tamburi riceveranno interventi concreti.”
Alle nostre domande Ferrarese risponde, con sicurezza. Parla della piscina olimpionica, del villaggio degli atleti, del palazzetto, del rinnovamento dell’Iacovone, dell’eredità delle strutture.
“È un impegno che richiede 15-16 ore al giorno. Ma ci credo. E sento la responsabilità. Perché Taranto ha sofferto tanto, e ora merita di voltare pagina.”
Il tono dell’intervista è sobrio, ma il messaggio che ne emerge è potente. C’è un Sud che non si lamenta, ma che lavora. Che non aspetta, ma costruisce. E Massimo Ferrarese è oggi il volto di questo Sud.
All’invito di fare un messaggio alla città Ferrarese non si tira indietro: “Chiedo ai tarantini di crederci. Di sentirsi protagonisti. Questi Giochi sono vostri. Saranno un successo, ma soprattutto devono essere un’occasione per riscoprire l’orgoglio di appartenere a questa terra.”
Una frase che resta. Perché detta con tono sincero. Senza marketing, senza retorica. Ferrarese non ha bisogno di slogan. Ha numeri, scadenze, obiettivi. E ha una squadra di tecnici e funzionari che sta lavorando con metodo.
“Taranto 2026 è una sfida che vinceremo. Non è solo un titolo. È una dichiarazione di responsabilità. È la sintesi di un lavoro silenzioso, fatto di atti, progetti, cantieri. Ed è anche – finalmente – una buona notizia.
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