Annagrazia Angolano: “Taranto merita dignità”

La candidata sindaca con il Movimento 5 Stelle, ospite a Botta e Risposta: «Serve una politica fatta di coerenza, competenza e ascolto»
C’è un filo costante che attraversa l’intervista di Annagrazia Angolano a “Botta e Risposta”, il format di confronto politico ideato e condotto dal direttore di Puglia Press, Antonio Rubino. È il filo della dignità. Non una parola scelta a caso, non uno slogan vuoto da campagna elettorale, ma una presa di posizione netta, culturale prima ancora che politica: “Taranto merita dignità”.
Una dignità da riconquistare, da pretendere, da costruire. Perché, come sottolinea più volte nel corso del dialogo, la città è stata a lungo trascurata, ferita, umiliata da scelte miopi, trasformismi di potere e una classe dirigente più attenta alla propria sopravvivenza che al futuro della collettività.
Annagrazia Angolano è la candidata sindaco del Movimento 5 Stelle. Ma, sin dalle prime battute, tiene a chiarire che la sua è una proposta che guarda oltre le sigle: «La mia candidatura non è contro qualcuno, ma per qualcosa. Taranto ha bisogno di una visione chiara, di servizi che funzionino, di una politica che rispetti i cittadini e li metta al centro».
Il tono è pacato, il linguaggio asciutto, mai urlato. Ma ogni parola pesa. Parla di porto, di giovani, di sanità, di trasporti. E dietro ogni tema c’è una posizione precisa, spesso critica verso chi ha avuto responsabilità in passato. Ma senza mai cadere nella sterile polemica: la sua è una critica costruttiva, accompagnata da idee e soluzioni.
Uno dei passaggi più significativi riguarda proprio la gestione dei servizi pubblici locali: «Molti cittadini si sentono abbandonati. Taranto ha potenzialità enormi, ma è come una macchina con il motore acceso e il freno tirato. Non servono miracoli, serve competenza. E serve che la politica torni ad avere rispetto per il proprio ruolo».
Il rispetto: altra parola chiave. Non solo verso la città, ma anche verso gli elettori. Lancia una stoccata decisa al cosiddetto “trasformismo politico”, quel fenomeno tutto italiano – e purtroppo molto tarantino – di alleanze improvvise, candidature di comodo, cambi di casacca. «Io rivendico la mia coerenza. Sono rimasta nel Movimento 5 Stelle anche nei momenti difficili. Potevo fare scelte più comode, ma non sarebbero state giuste».

In una campagna elettorale già affollata e spesso confusa, la Angolano si propone come volto della coerenza, ma anche della normalità amministrativa: un concetto che oggi sembra quasi rivoluzionario. «Voglio riportare le istituzioni a una dimensione di ascolto, a una politica che non si limita agli annunci. Le persone non chiedono promesse, chiedono soluzioni reali, concrete. Basta con il fumo negli occhi».
Il direttore Rubino la incalza, come fa sempre, senza compiacenze. Le chiede conto della reale fattibilità di alcune proposte, della possibilità di governare una macchina comunale complessa come quella di Taranto. E lei risponde senza esitazione: «So che sarà difficile, ma non mi spaventa. Ho una squadra preparata, stiamo lavorando a un programma credibile, costruito partendo dai bisogni veri delle persone. Non dalle logiche dei partiti, ma dai quartieri, dai comitati, dalle associazioni».
Il rapporto con la città è un tema ricorrente. Angolano non nasconde le difficoltà ma rifiuta la rassegnazione: «A Taranto manca fiducia. Nei confronti della politica, ma anche tra cittadini. Dobbiamo ricostruire il senso di comunità. E per farlo servono scelte nette. La nostra città può tornare a essere centrale, ma deve smettere di essere trattata come marginale».
Parla anche del porto, non solo come risorsa economica ma come nodo strategico del Mediterraneo. «Il porto deve tornare a essere protagonista, non un’infrastruttura isolata. Va integrato in un piano di sviluppo serio, sostenibile, che porti lavoro vero, e non solo precarietà». Lo stesso discorso lo estende ai temi ambientali: «Serve chiarezza. Non si può più accettare che la salute venga sacrificata sull’altare del profitto. Taranto ha pagato un prezzo altissimo. Ora deve tornare a respirare».
La coerenza, l’ascolto, la dignità. Tre pilastri che emergono costantemente, anche quando parla dei giovani: «In tanti partono perché non vedono opportunità. Dobbiamo fermare questa emorragia. Creare lavoro, investire in cultura, in formazione, in innovazione. Taranto ha tutto per essere una città per giovani. Ma serve una politica che sappia scommettere davvero su di loro».
Non è un’intervista convenzionale. Botta e Risposta non lo è mai. È un confronto vero, in cui il giornalista non fa da comparsa, ma da stimolo. E in cui l’interlocutore, se non ha idee, si scopre. Angolano, invece, tiene il ritmo. E anzi rilancia, mostrando padronanza dei dossier cittadini e una narrazione coerente.
Alla fine del dialogo, Antonio Rubino le chiede cosa la distingue davvero dagli altri candidati. Lei ci pensa un istante e poi risponde: «Il coraggio di essere trasparente. Di dire anche ciò che non è popolare. Io non prometto miracoli. Prometto impegno, verità, e il rispetto di ogni cittadino. Taranto ha bisogno di sentirsi rispettata. Di ritrovare la propria dignità. E io voglio partire da lì».
Un messaggio semplice, ma potente. In un tempo di confusione, di slogan gridati, di comitati elettorali costruiti a tavolino, la voce di Annagrazia Angolano si distingue per la sua autenticità. È una politica che non rincorre le mode, ma sceglie di parlare con onestà. E forse proprio questo è il segnale che molti elettori aspettano.
Per ascoltare l’intervista integrale realizzata dal direttore Antonio Rubino nella trasmissione “Botta e Risposta”, guarda il video completo su YouTube:
https://youtu.be/1fWelPVk9eA