Taranto al voto tra equilibri fragili e ambizioni in cerca d’autore

Elezioni comunali: corse solitarie, alleanze precarie e ritorni nostalgici tra colpi di scena e liste ancora da completare
Si scaldano i motori – o almeno ci provano – in vista delle elezioni comunali a Taranto, previste per il 25 e 26 maggio 2025. Una data che sembra lontana, ma in realtà è già dietro l’angolo, se si pensa che le liste andranno presentate entro il 25 aprile.
Insomma, il tempo stringe e le manovre si fanno febbrili, con candidati già lanciati in campagna e altri ancora in cerca d’identità, firme e magari anche di una direzione politica coerente.

Il primo in assoluto ad annunciare la discesa in campo è stato Piero Bitetti, candidato del centrosinistra, ex presidente del Consiglio comunale e figura navigata della politica ionica. Classe 1967, con un passato tra DS, Margherita, PD e poi approdato al civismo con il movimento “CON”, Bitetti si propone come il volto esperto e rassicurante in una città che sembra averne viste troppe. È il classico nome che piace agli addetti ai lavori, ai pezzi grossi e a chi cerca stabilità dopo la tempesta Melucci.
Già, perché di Rinaldo Melucci si parla ancora, anche se formalmente è uscito di scena. Ma si sa, a Taranto – come altrove – chi esce dalla porta può sempre rientrare dalla finestra. Non per niente qualcuno bisbiglia: “Non dire che è morto finché non ce l’hai nel sacco”.
E il sacco, per ora, è vuoto. I melucciani, zoccolo duro di quella che fu una maggioranza sgretolata, sembrano sparsi tra liste civiche, Lega e nostalgici senza patria. Qualcuno ipotizza una loro apparizione last minute con una lista civetta, qualcun altro giura che staranno alla finestra per poi scegliere con chi apparentarsi al ballottaggio. Se ce ne sarà uno. Ma c’è da scommetterci.

Intanto, il centrodestra va a rilento. Talmente a rilento che per settimane non si è riusciti a trovare un nome condiviso. Alla fine è uscito dal conclave del partito della Meloni (dovrebbe addirittura scomodarsi il Primo Ministro a Taranto per sostenerlo) Luca Lazzàro, presidente regionale di Confagricoltura, già vicino a Fratelli d’Italia, indicato prima in sordina e poi investito pubblicamente dal consigliere regionale Massimo Di Cuia con un post social che ha avuto il sapore del “facciamo che è lui, altrimenti qui non partiamo più”.
E così, due giorni fa, Lazzàro è diventato ufficialmente il candidato non solo di Fratelli d’Italia, ma anche di Forza Italia e UDC, che dovrebbero confluire in una lista unica. Ma non tutti ci stanno.
La Lega, infatti, ha rotto il patto – per ora – e ha deciso di correre da sola, o meglio, con chi ci sta. Il loro cavallo è Francesco Tacente, avvocato, 42 anni, presidente del CTP (Consorzio Trasporti Pubblici) di Taranto.

Un volto poco noto al grande pubblico, ma molto attivo dietro le quinte, che avrebbe aggregato intorno a sé, uno dei più grossi imprenditori non solo del territorio, alcuni ex melucciani e diverse civiche, tra cui pare anche alcuni nomi di peso nella destra sociale tarantina.
È proprio questo lo scisma che ha spaccato il centrodestra: la questione degli ex Melucciani, quel nocciolo duro che Forza Italia e Fratelli d’Italia volevano lontano, mentre la Lega ci ha visto un’opportunità.

E poi c’è Annagrazia Angolano, la candidata del Movimento 5 Stelle. Giornalista, volto noto dell’informazione pugliese, già candidata alle politiche, donna combattiva e diretta, che oggi ha portato a casa un apparentamento con Rifondazione Comunista.
Ma c’è da capire se Rifondazione riuscirà a presentare una lista autonoma o se dovrà “parcheggiare” qualche nome dentro le liste dei 5 Stelle. Di certo, in un eventuale ballottaggio, l’asse 5S–centrosinistra sembra più che plausibile.
Ma non finisce qui. La vera galassia politica è quella delle civiche, dove tutto è ancora fluido. Mirko Di Bello, giovane avvocato e nipote dell’ex sindaca Rossana Di Bello, ha già messo insieme sei liste che lo supportano. Tra volti nuovi e antichi retaggi, Di Bello si candida a essere il terzo incomodo, capace di intercettare i voti dei delusi e degli orfani del centrodestra classico.

Un altro nome in corsa è quello del giornalista Antonello De Gennaro, direttore de “Il Corriere del Giorno”, che scende in campo con la lista “L’Altra Taranto”, giocando la carta dell’antipolitica e della trasparenza.

E poi c’è il ritorno di una dinastia: Mario Cito, figlio di Giancarlo, si presenta con la storica lista AT6. Un nome che a Taranto fa ancora discutere: per alcuni un retaggio ingombrante del passato, per altri una bandiera identitaria da rispolverare.
Tra tutti questi nomi e simboli, resta un grande punto interrogativo: quanti riusciranno davvero a presentare le liste? A Taranto, per le liste civiche non collegate a partiti già presenti in Parlamento, si dovrebbero raccogliere almeno 350 firme, ma non più di 700.
Un numero apparentemente accessibile, ma che nella realtà logistica di una raccolta firme – tra autenticazioni, modulistica e scarsa motivazione dell’elettore medio – diventa uno scoglio serio. Soprattutto in un clima dove tutto è ancora in divenire. Come dire: tra il dire e il fare c’è di mezzo… il notaio (e qualche fila d’attesa in Comune).
Eppure, la partita è apertissima. Le incognite sono tante. Il centrosinistra parte con il vantaggio dell’organizzazione, ma potrebbe risentire della frammentazione a sinistra. Il centrodestra si presenta spaccato e con un candidato che, fino a due giorni fa, era ancora “in forse”. Il Movimento 5 Stelle corre da solo, ma punta all’apparentamento. E poi ci sono loro, i melucciani, che nessuno vuole ma che tutti potrebbero voler recuperare, se al secondo turno servissero i numeri per governare.
Ma attenzione: c’è un’altra partita che si gioca in parallelo. Le comunali di Taranto saranno una sorta di prova generale per le regionali. Chi vince qui, potrebbe avere un ruolo chiave nella costruzione delle future alleanze a livello pugliese. Ecco perché ogni mossa, ogni alleanza, ogni lista va letta anche in prospettiva.
E in mezzo a questo fervore elettorale, una notizia che fa bene al cuore (e un po’ anche alla stampa locale): questo mese torna La Voce del Popolo, lo storico giornale di Taranto, che rinasce come mensile cartaceo. Distribuito in 5.000 copie gratuite in tutta la città, nelle attività commerciali, negli uffici pubblici e tramite hostess, sarà diretto da chi vi scrive. Perché in una città dove tutti parlano, serviva di nuovo una Voce che mi fu lasciata in eredità dal compianto mio maestro Paolo Aquaro.

Intanto nei prossimi giorni ospiterò tutti i candidati sindaci nel nuovo format televisivo “Botta e Risposta” che potrete seguire su tutti i social
In conclusione, la sensazione è quella di un grande spettacolo in divenire. Una regia ancora non chiara, attori non tutti memorabili, ma con un pubblico – i cittadini – che forse merita più verità e meno strategia. La speranza è che il prossimo sindaco si occupi davvero di Taranto, e non solo della propria immagine su Facebook.
Intanto, tutti in pista. Che lo show abbia inizio. Ma, come dicono dalle mie parti, “Chi si veste per primo, non è detto che balli meglio”.