Brindisi si rilancia: polo navale da 140 milioni e 600 posti di lavoro

Il porto di Brindisi è pronto a cambiare volto e diventare un punto di riferimento strategico per la cantieristica nel Mediterraneo. Un investimento imponente, tempi certi e ricadute occupazionali importanti.
Sarà Brindisi il prossimo faro della cantieristica navale italiana. Il progetto presentato da Piloda Shipyard, già approvato nell’ambito del nuovo piano regolatore portuale, punta a trasformare l’area dell’ex centrale a carbone in un hub internazionale per refitting, riparazioni e demolizione di navi fino a 250 metri, con un investimento da 140 milioni di euro e la creazione di 600 posti di lavoro.
Il cuore del progetto è la realizzazione di un dry dock di 230×48 metri, uno dei pochi in Italia con queste dimensioni. Sarà destinato a imbarcazioni commerciali, militari e mega yacht, oggi costrette spesso a rivolgersi a strutture estere. Prevista anche un’area dedicata alla demolizione navale, già autorizzata ai sensi del “Decreto Concordia”, per rispondere alla crescente domanda del settore, anche alla luce delle nuove normative ambientali.
Secondo Donato Di Palo, CEO di Piloda Shipyard, l’intervento è immediatamente cantierabile e sarà completato in 24 mesi. “Brindisi – ha dichiarato – ha tutte le caratteristiche per diventare un punto di riferimento strategico nel Mediterraneo: posizione logistica, infrastrutture e una manodopera altamente qualificata”.
L’operazione rilancia l’economia del territorio, creando occupazione qualificata e consolidando la presenza della Puglia nel comparto della blue economy. Con 130 dipendenti già attivi e un fatturato di 25 milioni di euro, Piloda punta ora a diventare uno dei principali player italiani del settore.