Pagliaro (UDC): «Basta discariche, la Regione investa in impianti di recupero dei rifiuti»

Riceviamo e pubblichiamo nota stampa del dott. Alfredo Pagliaro, coordinatore provinciale UDC Lecce e responsabile nazionale per l’ambiente e le politiche europee.
Ci risiamo: di nuovo rifiuti indifferenziati a Burgesi, nell’impianto di soccorso di Ugento.
La discarica di Ugento era già satura da tempo, ma la Regione Puglia, con una delibera dell’11 febbraio scorso, ha modificato il piano dei rifiuti del 2021, disponendo un’ulteriore sopraelevazione rispetto alle tante già adottate negli anni precedenti. Non basta: il provvedimento prevede anche un aumento delle volumetrie disponibili nei siti di Deliceto e Manduria.
Perché lo fa? Ci chiediamo come sia possibile che, nonostante queste strutture siano sature da tempo e in questi territori si registri da anni un aumento preoccupante di malati e morti di cancro rispetto ad altre zone vicine, non si riescano a predisporre interventi concreti per bonificare quei siti dopo la chiusura definitiva. E perché non si è ancora in grado di programmare un serio progetto per il riutilizzo dei rifiuti indifferenziati?
Basta una semplice delibera per scaricare in questi siti oltre 190 mila metri cubi di nuovi rifiuti indifferenziati, provenienti dalla discarica di Autigno, a Brindisi.
Ma facciamo chiarezza: cosa sono i rifiuti indifferenziati?
Si tratta di rifiuti che non possono essere riciclati, compresi quei prodotti che, pur essendo di plastica, non sono riciclabili oppure risultano contaminati da cibo o altre sostanze. Esempi comuni sono la carta da forno sporca o il cartone della pizza unto.
Vediamo nel dettaglio alcuni dei rifiuti indifferenziati più comuni:
• Oggetti vari: giocattoli rotti, spugne sintetiche, pannolini e assorbenti, piatti e posate di plastica, mozziconi di sigaretta, oggetti in gomma, CD/DVD;
• Materiali contaminati o non riciclabili: lettiere ed escrementi di animali, scontrini fiscali, spazzolini da denti, penne e pennarelli con componenti in plastica;
• Rifiuti domestici ingombranti: pentole danneggiate, posate, apparecchiature elettriche ed elettroniche (che dovrebbero essere smaltite separatamente), vetro di bicchieri e vasetti sporchi di vernice, vetro temperato, specchi;
• Materiali tessili e scarpe: vestiti logori, stracci e tessuti troppo usurati per il riutilizzo, scarpe e cinture;
• Altri rifiuti: gomme da masticare, ceramica.
L’elenco potrebbe continuare, ma questa descrizione fa già comprendere quanto sia fondamentale differenziare e separare correttamente i rifiuti.
Le soluzioni proposte dalla Regione non risolvono il problema
Monitoraggi più accurati e incentivi come la riduzione della TARI non bastano a risolvere l’emergenza rifiuti.
Cosa si dovrebbe fare?
Trovare soluzioni diverse per trasformare anche i rifiuti indifferenziati in energia.
La Regione Puglia avrebbe potuto prevedere un piano differente per la costruzione di più impianti di selezione del rifiuto indifferenziato. Questi impianti, attraverso varie fasi di trattamento, avrebbero potuto produrre:
• 56% di frazione secca (utilizzabile per la produzione di combustibile solido secondario),
• 4% di ferro (recuperabile e riutilizzabile),
• 25% di frazione organica stabilizzata,
• 15% di scarti e perdite di processo, incluso percolato.
Oggi, più che mai, invece di creare nuove discariche – che provocano inquinamento dell’aria e delle falde acquifere, distruggono il suolo e causano gravi problemi sanitari – sarebbe auspicabile realizzare impianti per la separazione dei rifiuti.
Come funziona un impianto di selezione dei rifiuti?
Il materiale in ingresso viene lavorato attraverso:
• Vagli rotanti,
• Separatori balistici,
• Deferrizzatori,
• Separatori a correnti indotte e separatori ottici,
• Processi di stabilizzazione aerobica o digestione anaerobica (per ottenere compost o biometano).
Negli ultimi anni, nuove tecnologie hanno permesso di sfruttare al massimo tutti i rifiuti, compreso l’indifferenziato.
Si parla molto di impianti di cogenerazione, che migliorano l’efficienza complessiva dell’uso dell’energia, combinando in un solo generatore la produzione di calore ed elettricità e riducendo le emissioni in atmosfera.
Un impianto di questo tipo può essere alimentato con diverse fonti energetiche:
• Combustibili fossili: gas naturale, carbone, gasolio, oli combustibili;
• Rifiuti solidi o biogas (proveniente da depuratori e discariche);
• Biomasse: scarti agricoli e forestali, cippato di legno.
La trigenerazione, invece, consente di utilizzare l’energia termica recuperata per produrre anche energia frigorifera, utile per industrie alimentari e plastiche.
Quanto tempo si è perso e quanti finanziamenti mancati! Per anni, sui nostri territori si sono costruite solo discariche, senza pensare a un’alternativa sostenibile.
L’UDC provinciale e nazionale, grazie alla delega ricevuta in qualità di responsabile nazionale ambiente, è vicino a tutte le comunità del Salento che da anni subiscono questo continuo sversamento di rifiuti indifferenziati, senza che la Regione Puglia o l’Unione Europea abbiano mai previsto progetti di investimento seri.
Porterò quanto prima all’attenzione dei nostri rappresentanti istituzionali i gravi problemi del nostro territorio. La Consulta Nazionale Ambiente dell’UDC si impegnerà per fermare l’ampliamento della discarica Burgesi di Ugento e per promuovere soluzioni concrete che trasformino i rifiuti da un problema in una risorsa, a beneficio dell’ambiente e della salute pubblica.