Puglia, dubbi sul dissalatore del Tara: i numeri smentiscono l’utilità dell’opera

Il dissalatore previsto sul fiume Tara potrebbe rivelarsi un’opera inutile. A sostenerlo sono i dati aggiornati sulla capacità degli invasi che riforniscono la Puglia, presto ampliata grazie a lavori già finanziati. Secondo Legambiente Taranto, il progetto si basa su valutazioni superate che ignorano le potenzialità di bacini come Monte Cotugno, Pertusillo e Locone.
La sola diga di Monte Cotugno, potenziata e collegata al fiume Sarmento, potrà garantire 230 milioni di m³ d’acqua in più, contro i 20 milioni previsti dal dissalatore. I lavori saranno ultimati entro il 2025, un anno prima dell’entrata in funzione dell’impianto di dissalazione, che a questo punto appare sproporzionato nei costi e nei benefici.
Legambiente chiede di rivedere con urgenza le valutazioni alla base del progetto e propone come alternativa l’attivazione dell’invaso del Pappadai, già esistente ma inutilizzato.
Il rischio, secondo l’associazione ambientalista, è che si porti avanti il dissalatore per inerzia politica, ignorando i numeri e le soluzioni più sostenibili già disponibili.