Quasi 8000 iscrizioni in meno alle classi prime per il prossimo anno scolastico in Puglia

Il grave calo demografico mostra implacabili le proprie conseguenze anche nel numero di nuove iscrizioni a scuola e degli alunni globalmente presenti nelle aule delle scuole pugliesi di ogni ordine e grado.
Anno dopo anno gli edifici scolastici si vanno svuotando, con le conseguenze note: chiusure di sedi e/o accorpamenti, con la perdita ogni anno di varie autonomie scolastiche. Questo ha portato, come abbiamo scritto in questa settimana, anche alla serie presa in considerazione da parte di Carlantino, un Comune del sub-Appenino Dauno, di promuovere un referendum per passare dalla Puglia al Molise.
Ad ogni modo, scaduto il termine per le iscrizioni all’anno scolastico 2025-2026, secondo i dati forniti da UIL scuola gli iscritti alle prime classi sono passati dai 101.556 dell’anno scolastico in corso ai 93.692 del prossimo. A livello provinciale, quella di Bari avrà 2.076 iscritti in meno, la Bat 851, Brindisi 1.063, Foggia 1.282, Lecce 1.638 e Taranto 954.
Inoltre, considerando tutti i gradi scolastici, verrebbero a mancare complessivamente 7.864 alunni, rispetto all’anno scolastico in corso di svolgimento, suddivisi in 1.536 per la primaria, 1.159 per la secondaria di primo grado e 5.169 per la secondaria di secondo grado.
Nulla che non fosse largamente preventivato, e gli anni a venire vedranno un progressivo e ulteriore calo, visto e considerato che il prossimo anno inizieranno ad andare a scuola i bambini nati nel 2019, ma da quell’anno in poi le nascite hanno continuato a registrare sempre un record negativo, tendenza inauguratasi nel 2008 a livello nazionale e mai invertita.
Siccome gli scenari futuri in tema di natalità molto difficilmente porteranno scenari in discontinuità, l’unico rimedio a questa situazione, a livello scolastico, resta quella di diminuire, anche di dimezzare, gli alunni per classe, cosa che in questi anni non è affatto accaduta.
Operando in questa direzione, invece, si otterrebbero più risultati positivi assieme: si migliorerebbe la qualità della didattica, eliminando le “classi pollaio”, ma si salvaguardierebbero, anzi si aumenterebbero pure, i posti di lavoro nella scuola. Quello che forse, a pensare male e forse ci azzeccheremmo, si vuole precisamente evitare di fare.