Taranto, crisi politica: il consiglio comunale si scioglie, città verso nuove elezioni

Il Comune di Taranto si prepara a un nuovo capitolo politico dopo le dimissioni simultanee di 17 consiglieri comunali su 32. Un numero sufficiente a determinare lo scioglimento automatico del consiglio, segnando così la fine anticipata del mandato del sindaco Rinaldo Melucci.
La decisione arriva a seguito di una lunga fase di instabilità politica, caratterizzata da tensioni interne e cambi di alleanza. Ora si attende la nomina di un commissario prefettizio, che guiderà l’amministrazione fino alle nuove elezioni, previste tra maggio e giugno.
La frattura politica che ha portato allo scioglimento del consiglio si è consumata nelle ultime settimane. I firmatari della mozione di sfiducia provengono da entrambi gli schieramenti: 8 consiglieri di centrodestra e 9 dell’ex maggioranza di centrosinistra, alcuni dei quali avevano inizialmente sostenuto Melucci.
Decisiva è stata la scelta del primo cittadino di avvicinarsi a Italia Viva, una mossa che ha destabilizzato gli equilibri e portato diversi consiglieri a prendere le distanze. Questo ha aperto la strada alla raccolta delle firme necessarie per provocare la caduta dell’amministrazione.
Il sindaco uscente non ha nascosto il proprio disappunto, sottolineando le difficoltà della politica locale:
“Questa schizofrenia politica permette sempre ad altri di sopraffare gli interessi di questo territorio.”
Parole che riflettono una preoccupazione più ampia sulla gestione della città e sulle ingerenze esterne nella politica locale.
Con il consiglio comunale sciolto, Taranto sarà amministrata da un commissario prefettizio fino alle nuove elezioni. Il voto anticipato offrirà un banco di prova per i partiti, con un centrosinistra diviso e un centrodestra pronto a capitalizzare la crisi.
Nei prossimi mesi, la città si troverà di fronte a una nuova sfida elettorale, il cui esito potrebbe influenzare anche i rapporti con la Regione Puglia e il governo nazionale.