Biodiversità in Puglia: un patrimonio da salvaguardare

Un tesoro naturale a rischio
La biodiversità in Puglia è in pericolo: 139 specie vegetali e 9 animali rischiano l’estinzione. L’allarme arriva da Coldiretti Puglia, che ha evidenziato il problema nel corso di un incontro al Mercato di Campagna Amica a Roma. Con oltre 245mila ettari di aree naturali protette, la regione rappresenta un patrimonio naturale inestimabile, ma i cambiamenti climatici e le trasformazioni agricole mettono a dura prova l’ecosistema locale.
La seconda regione più bio d’Italia
Nonostante le criticità, la Puglia si conferma tra le regioni leader nell’agricoltura biologica, con 321mila ettari coltivati in modo sostenibile. Il settore bio coinvolge oliveti (89mila ettari), cereali (63mila ettari), vigneti (19mila ettari) e ortaggi (13mila ettari). Tuttavia, la crescita della filiera sostenibile non basta a contrastare la perdita di biodiversità senza adeguate politiche di tutela.
Coldiretti: il cibo locale può salvare l’ambiente
Secondo Coldiretti Puglia, una delle soluzioni per ridurre l’impatto ambientale è il consumo di cibo a chilometro zero. Un pasto medio percorre fino a 1.900 km prima di arrivare sulle tavole, con conseguenze disastrose sulle emissioni di CO₂. Un esempio? Le prugne importate dal Cile viaggiano per 12mila km, consumano 7,1 kg di petrolio ed emettono 22 kg di anidride carbonica. Ridurre le importazioni e favorire i prodotti locali potrebbe abbattere fino a 1.000 kg di CO₂ all’anno per famiglia.
Agricoltori e consumatori alleati per la biodiversità
Il legame tra agricoltori e cittadini è sempre più forte. Nei mercati contadini di Campagna Amica, i consumatori possono trovare i Sigilli della biodiversità, prodotti a rischio estinzione coltivati da agricoltori impegnati nella tutela dell’ambiente. “Dobbiamo ripensare il nostro stile di vita, ridurre gli sprechi e sostenere chi protegge il territorio”, ha dichiarato Carmelo Troccoli, direttore della Fondazione Campagna Amica.
La biodiversità pugliese è un patrimonio da salvaguardare. Le soluzioni ci sono, ma è necessario un impegno condiviso tra istituzioni, agricoltori e consumatori per garantire un futuro sostenibile alla regione.