Approdati a Bari i 43 migranti tornati dal centro di permanenza in Albania

Sono approdati poco fa sul porto di Bari i 43 migranti, tutti uomini adulti di nazionalità bengalese ed egiziana, richiedenti asilo per i quali, in virtù della decisione della Corte d’Appello di Roma emanata nella giornata di ieri, non è stato convalidato il trattenimento nel centro di Gjader in Albania.
I migranti saranno ora trasferiti nel Cara di Bari Palese. La decisione del tribunale romano è un altro dei casi che stanno rendendo assolutamente infuocato il dibattito politico in questi giorni a livello nazionale, specialmente per quanto riguarda proprio il rapporto fra governo e magistratura, deterioratosi definitivamente dopo la riforma che prevede la separazione delle carriere elaborata dal ministro Nordio e la conseguente protesta pubblica dei magistrati.
Nel merito, la decisione della Corte d’Appello di Roma attiene ad un giudizio di legittimità sulla valutazione dei Paesi di provenienza dei migranti, il Bangladesh e l’Egitto appunto, che il Governo ritiene sicuri e, di conseguenza, non meritevoli in automatico, per i suoi cittadini, della concessione dell’accoglienza o del riconoscimento del diritto d’asilo.
E la divisione fra maggioranza e opposizione si fa lacerante ancora di più sulla questione del modello albanese, concertato fra il governo di Giorgia Meloni e quello del “Paese delle acquile”: i centri di accoglienza collocati in Albania per accogliere una parte almeno dei migranti che il Governo ritiene provengano da Paesi in cui sono garantite le condizioni essenziali di agibilità sociale e democratica.
Un modello che l’opposizione e le organizzazioni umanitarie ritengono fallimentare e fondamentalmente razzista.
Una nota del Viminale relativa alla decisione della Corte d’Appello di ieri intanto sottolinea l’assoluta volontà, ribadita in queste ore da tanti esponenti della maggioranza, ad andare avanti sulla strada della collaborazione con l’Albania: “Il governo andrà avanti nella convinzione che il contrasto all’immigrazione irregolare che si avvantaggia dell’utilizzo strumentale delle richieste di asilo sia la strada da perseguire per combattere gli affari dei trafficanti senza scrupoli”.