Brindisi, la mafia si evolve: social e droni nelle mani della SCU

In provincia di Brindisi, la criminalità organizzata della Sacra Corona Unita sfrutta nuove tecnologie per mantenere il controllo sul territorio e comunicare con gli affiliati. La relazione del procuratore generale facente funzione della Corte d’Appello di Lecce, Giovanni Gagliotta, ha evidenziato un preoccupante utilizzo dei social network come TikTok e Instagram.
I capi mafia, anche dal carcere, riescono a diffondere messaggi intimidatori e dettare regole di condotta tramite telefoni cellulari introdotti illegalmente con l’ausilio di droni. L’indagine ha inoltre rivelato la creazione di una pagina TikTok, denominata “Pentiti brindisini”, usata per minacciare collaboratori di giustizia e delegittimarli pubblicamente.
Le piattaforme social vengono usate non solo per intimidazioni, ma anche per proselitismo e consolidamento del consenso. Gli investigatori hanno documentato persino videochiamate organizzate dal carcere attraverso Instagram. Il fenomeno, già grave, viene aggravato dalla difficoltà nel contrastare l’accesso abusivo di droni nelle carceri, strumenti che oltre ai telefoni potrebbero trasportare armi o droga.
Le autorità continuano a rafforzare le misure di sicurezza, ma le capacità di adattamento della criminalità organizzata pongono nuove sfide. L’attenzione ora è rivolta alla prevenzione tecnologica e alla necessità di arginare l’influenza delle mafie nei luoghi più vulnerabili, compresi i social network.