L’ospedale di Monopoli-Fasano al centro di un contenzioso territoriale fra le due ASL

L’apertura del nuovo ospedale di primo livello in fase di ultimazione fra Monopoli e Fasano, che prenderà il posto dei due ospedali cittadini (quello di Fasano chiuso da tempo, il San Giacomo di Monopoli lo sarà quando sarà operativo il nuovo)oltre a rappresentare un traguardo da tempo inseguito, sta aprendo degli interrogativi, e qualche malumore, fra gli amministratori del brindisino.
Timori che per la verità erano stati già avanzati, visto la grave carenza di personale ed i tanti reparti chiusi nelle tre strutture ospedaliere della provincia (Brindisi II livello, Francavilla I livello e Ostuni ospedale di base), ma che si sono rafforzati dopo le dichiarazioni dell’assessore regionale al Bilancio Fabiano Amati.
Amati si è infatti detto meravigliato del fatto che il nuovo Atto aziendale dell’ASL brindisina contenga solamente le tre strutture di cui sopra, e non anche il costituendo ospedale di confine fra le due province. Secondo Amati, infatti, esso servirà un bacino di utenti considerevole anche della provincia brindisina, non solo di quella barese, destinato a includere, oltre a Fasano e Cisternino, anche Ostuni, Ceglie Messapica e Carovigno.
Quest’indicazione cozzerebbe già col fatto che è stata l’ASL di Bari a curare tutta l’assegnazione degli appalti per la costruzione e la messa a punto dei reparti e delle attrezzature della nuovo presidio. Ma quello che più ha messo in guardia molti amministratori ed esponenti politici del brindisino, è la realtà della situazione in atto in questa provincia a livello sanitario.
C’è stata proprio recentemente, su iniziativa del sindaco di Brindisi, un tavolo tecnico fra i sindaci e la dirigenza dell’Azienda sanitaria locale volto a discutere proprio le ragioni alla base di alcuni accorpamenti di reparti in atto nelle strutture ospedaliere, alla cui base c’è essenzialmente la penuria di personale sanitario.
L’apertura del nuovo grande ospedale che, checché ne dica Amati, è posizionato molto distante dal cuore della provincia, non dovrà costare lo spostamento di neppure un solo infermiere proveniente dai reparti della provincia. E’ la richiesta che hanno fatto assieme due esponenti politici fra loro molto distanti politicamente, il consigliere regionale del PD ed ex sindaco di Francavilla Maurizio Bruno, e l’ex vicesindaco di Brindisi, ed esponente di FdI, Massimiliano Oggiano.
Essi, ma il loro pensiero è largamente condiviso, intravvedono ormai un declino strutturale per la sanità di questa provincia, che disegna una specie di corto circuito: la carenza di personale, e di risorse, genera chiusure di reparti e di accorpamenti. Questi, a loro volta, determinano un sovraccarico di lavoro, rendendo poco invitante per gli stessi operatori sanitari continuare a operare nelle strutture di questa provincia.
Così, un ospedale di Ostuni già in grave sofferenza, potrebbe ricevere la mazzata definitiva dall’apertura dell’ospedale Monopoli-Fasano. Ma timori simili sono avanzati anche nel barese, per la precisione a Putignano, città che rientra nel bacino complessivo di 260 mila abitanti interessati dall’apertura del nuovo ospedale interprovinciale: il timore, anche lì, è che si utilizzi l’apertura del nuovo ospedale per ridimensionare, accompagnandolo verso una specie di “eutanasia”, una struttura molto funzionante.
Il punto, in fondo, è il seguente: i 299 nuovi posti letto devono essere un’aggiunta all’offerta ospedaliera pubblica. Se essi finiscono solo col rappresentare numericamente solo un surrogato, quantunque molto qualificato, dei vecchi ospedali, per non dire un taglio netto, costringendo in più le persone a spostarsi molto, il vantaggio non c’è.