La diagnosi di cancro e la solitudine. Se n’è discusso a Cellino San Marco.

“La persona malata non deve sentirsi sola davanti alla malattia, perché l’aspetto psicologico è fondamentale nella prognosi della stessa”. Questo è, in sintesi, il messaggio lanciato da un’iniziativa pubblica svoltosi a Cellino San Marco ieri sera, nella sala comunale “25 aprile”, dal titolo “Il tumore e la solitudine: comprendere ed agire”.
Ma se assai prezioso è, da questo punto di vista, il supporto della rete parentale della persona con una diagnosi di tumore, altrettanto importante può rivelarsi quella delle reti di volontariato e solidaristiche, tanto più se costituite anche da persone che siano passate direttamente dalla drammatica esperienza.
Hanno organizzato e coordinato gli interventi dei relatori ed il dibattito, seguito in diretta streaming anche da Salento Tv, Valentina Cascione e Rino Spedicato, presidente del Centro Servizi Volontariato per le province di Brindisi e Lecce. Ha presenziato, e portato i saluti istituzionali, il sindaco di Cellino, Marco Marra.
Si sono alternati, nel corso della serata, interventi di professionisti della salute o delle istituzioni, e testimonianze di coloro i quali hanno conosciuto personalmente la malattia tanto temuta. Ilaria Cornacchia, senologa, è parte dell’Unità senologica attiva presso il “Perrino” di Brindisi, con la quale si attua un approccio terapeutico sinergico alla malattia comprendente, oltre alle varie specializzazioni mediche, anche l’esperta in psico-oncologia.
“Il tumore è una malattia bio-psico-sociale, che coinvolge certo la biologia dell’organismo, ma anche, parimenti, la psiche della persona e chiama in causa la sua rete sociale. Io ringrazio ogni donna con cui sono entrata in relazione con il mio lavoro, perché esse mi hanno ampiamente restituito, con il loro coraggio e l’umanità mostrata, quanto io ho dato loro”.
Il tumore alla mammella resta il più diffuso in Italia, con circa 54 mila nuove diagnosi annuali. Le azioni terapeutiche sono sempre più tagliate su misura della donna, ma l’aspetto fondamentale resta giungere ad una diagnosi il più possibile precoce. Il dottor Cosimo Brunetti, oncologo presso l’ospedale di Manduria, ha ricordato quanto le cose siano cambiate nel corso della sua carriera professionale, quanto siano maggiori le armi ora a disposizione rispetto a 30 anni fa, così come quanta differenza vi sia nell’operare in un piccolo ospedale ed in uno specializzato.
La capacità di donare un po’ del proprio tempo libero affinché nessuno si senta solo è lo spirito che anima le organizzazioni di supporto e mutuo supporto, come testimoniato dalle testimonianze di alcune donne passate attraverso il percorso della malattia, e ora animatrici instancabili, desiderose di portare il loro supporto e la loro conoscenza diretta ad altri pazienti. Ecco quindi i racconti di Ida Martella e Gloria Spedicato, fondatrice del gruppo di auto e mutuo aiuto “Le civette del Salento”: “dopo la diagnosi mi fu detto che le possibilità di guarigione sono divise equamente fra medico e paziente”.
Certo, come sappiamo purtroppo bene, ci sono tanti casi nei quali non basta il massimo impegno né della medicina né del paziente, perché quella contro il cancro è una battaglia che si svolge contro un avversario tanto agguerrito quanto multiforme.
Antonio Calabrese, responsabile dell’Ambito Brindisi 4, ha ricordato invece come sia stata qui introdotto uno strumento di supporto innovativo, il Puntto d’informazione oncologico. “La nostra ambizione è creare uno sportello in ognuno dei Comuni dell’Ambito, presso il quale la persona possa reperire informazioni sulla prevenzione, prenotare visite, avere consigli sui centri più all’avanguardia nelle diverse patologie tumorali, e soprattutto per supportarla psicologicamente. Crediamo che tale esperienza possa poi essere estesa anche agli altri ambiti e alle altre ASL”.