UniSalento presenta il piano strategico per far convergere le tre province della “Terra d’Otranto”

La Terra d’Otranto ha un glorioso passato alle spalle ma potrebbe avere un futuro più luminoso davanti a sé, se si riusciranno a mettere meglio a fattore comune le peculiarità delle province di Lecce, Brindisi e Taranto, rafforzando così l’identità culturale comune esistente nel territori della Puglia meridionale.
E’ questo l’obiettivo col quale venerdì a Lecce il Rettore dell’Università del Salento, Fabio Pollice, ha presentato in ateneo il piano generale al quale l’università sta lavorando per promuovere il più alto grado possibile d’integrazione economica fra le tre province del “Grande Salento”.
Questo piano è al momento un lavoro in fieri, da limare e definire, in base ai rilievi e ai suggerimenti che arriveranno dagli attori istituzionali coinvolti e dalle associazioni di categoria entro febbraio, quando verrà pubblicato un documento programmatico vero e proprio.
Esso contiene una ricca e documentata analisi degli indicatori più rilevanti per valutare le potenzialità e le debolezze di una macro-area geografica: demografia e composizione della popolazione in fasce d’età, infrastrutture viarie e portuali, trasporti, aree industriali e manifatturiere, servizi turistici e città d’arte, servizi socio-assistenziali alla persona.
Il Rettore ha rivendicato orgogliosamente come l’Università che egli dirige sia l’unica in Italia ad essersi cimentata in questa impresa, andando oltre o precorrendo l’iniziativa delle stesse province in materia, che forse potrebbero fare squadra molto più di quanto facciano per vedere meglio rappresentate le proprie istanze in Regione o a Roma.
“Se la Puglia è una regione dalle caratteristiche profondamente diverse, le province di Brindisi, Lecce e Taranto dimostrano da sempre un’integrazione economica e culturale reciproca. E’ possibile rafforzare ancora di più questa integrazione”, ha affermato Fabio Pollice, creando un coordinamento sovraprovinciale che non si ponga in contrasto né con l’ordinamento regionale né con le prerogative delle singole province della Terra d’Otranto.
Alla presentazione hanno preso parte, come attori interessati a promuovere il costituendo documento programmatico, Mario Vadrucci, presidente della Camera di Commercio di Lecce, Sergio Prete, presidente dell’Autorità portuale di Taranto, e Federica Simini, assessore comunale alle Politiche educative e giovanili del Comune di Taranto, che si è detta molto interessata a creare un polo integrato universitario.
I progetti per camminare hanno bisogno di risorse, come è noto. Una micro-regione i cui capoluoghi non sono collegati da un’efficiente via di comunicazione stradale, è il caso di Taranto e Lecce, ha un grave ritardo da colmare di partenza, prima di poter esprimere il suo potenziale.
Ecco a cosa sarebbe servita la Bradanico-Salentina, il cui progetto non si schioda per il momento dagli interventi migliorativi, se e quando verranno realizzati, che il ministero delle Infrastrutture ha autorizzato ad Anas di realizzare. Il resto sta alla volontà degli attori istituzionali, alla loro, tutta presunta per il momento, voglia di parlare con una voce sola in sede regionale.