Puglia: Alzheimer, pochi accedono alle cure

In Puglia si stima che siano circa 100mila le persone affette da demenze neurodegenerative, con l’Alzheimer che rappresenta il 60-70% dei casi. Tuttavia, meno del 20% dei pazienti riesce ad accedere ai servizi di diagnosi e cura, con tempi di attesa che superano spesso i due anni. Questa condizione evidenzia un problema strutturale e culturale, aggravato dallo stigma che accompagna le malattie neurocognitive.
A Bari, durante il convegno “Nuove sfide per il disturbo cognitivo”, esperti e rappresentanti istituzionali hanno discusso delle strategie per migliorare l’accesso ai servizi. Il professor Giancarlo Logroscino, direttore del Centro per le Malattie Neurodegenerative di Tricase, ha sottolineato l’urgenza di creare una rete regionale basata su numeri reali e sull’adozione di un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA). La Regione sta valutando la creazione di centri specializzati ogni 700-800mila abitanti per garantire diagnosi precoci e distribuire le nuove terapie in arrivo.
L’assessore regionale Fabiano Amati ha annunciato l’intenzione di lavorare su una legge che costruisca una rete efficace, come già fatto per altre patologie neurodegenerative. Secondo Amati, la diagnosi precoce è il primo passo per accedere alle cure innovative e migliorare la qualità della vita dei pazienti.
La Puglia punta a diventare un modello per il Sud, sfruttando risorse come il PNRR e promuovendo la formazione dei medici di famiglia per migliorare la diagnosi precoce. Tuttavia, resta cruciale abbattere lo stigma e sensibilizzare la popolazione sull’importanza di affrontare tempestivamente i primi sintomi della malattia.