Donna uccisa a Leporano: il figlio confessa il matricidio (aggiornamento serale)

La peggiore delle soluzioni possibili si è materializzata, nel giro di poche ore, a risolvere il giallo del ritrovamento senza vita di una donna di 73 anni di Leporano, Silvana La Rocca, vedova ed ex insegnante, ravvenuto ieri sera all’interno della propria abitazione, nella marina di Leporano, in un lago di sangue.
Era stato infatti il figlio maggiore della donna, il 48enne Salvatore Dettori, residente nella vicinissima Pulsano, ad aver ucciso sua madre procurandole una grave ferita all’addome, dopo averla aggredita alle spalle con un colpo alla testa. Il figlio ha poi, secondo quanto dichiarato nel corso della sua confessione, provveduto ad estrarre addirittura il cuore dal corpo della madre, che ha poi raccolto con dei fazzoletti di carta e gettato via. Sarà l’autopsia a stabilire se questo elemento corrisponde al vero.
Nel corso dell’interrogatorio al quale è stato sottoposto, Dettori ha raccontato innanzitutto di essersi recato presso l’abitazione della madre col preciso intento di ucciderla e ha poi spiegato il movente alla base della sua azione: i forti dissapori sorti con la madre a causa del rifiuto della stessa di farlo tornare a vivere con lei. Di questo, delle liti intercorse fra i due, sarebbero testimoni anche alcuni vicini e conoscenti, nonché l’altro figlio della signora Silvana.
Alla ricostruzione di questo scenario, certamente verosimile, il matricida avrebbe aggiunto anche quelle che sono delle autentiche farneticazioni che, unite al gesto di asportare il cuore dal corpo della madre, nonché al tentativo di far esplodere l’abitazione saturandola di gas e accendendo l’interruttore della luce quando a sera è tornato sulla scena del crimine, dimostrano l’esistenza evidente di qualche vizio mentale.
La ricostruzione della vicenda
Quanto di terribile era accaduto presso la residenza della Marina di Leporano era stato scoperto dal cugino di Dettori, e nipote della vittima , al quale l’altro figlio della donna, residente in Francia, aveva chiesto di andare a casa della madre per cercare di capire se le fosse successo qualcosa, visto che il figlio l’aveva cercato per tutto il giorno, senza riuscirci, di mettersi in contatto con lei. Il nipote giungeva quindi presso l’abitazione e, non trovando modo di farsi aprire da qualcuno, aveva scavalcato il cancelletto della residenza.
A terra, nel piccolo cortile antistante l’abitazione, il corpo riverso a terra della 73enne, nei pressi della sua automobile. A questo punto, accortosi che la stessa era senza vita, ha proceduto ad avvisare i carabinieri, corpo del quale è egli stesso membro, ed l’altro cugino, Salvatore Dettori, il quale contattato in precedenza aveva dichiarato di avere ultimamente ben pochi contatti con sua madre.
Nell’abitazione risultavano intanto essere stati staccati i tubi del metano, con dispersione significativa dello stesso, e quello che di lì a poco sarebbe diventato il reo confesso potrebbe dover rispondere anche del reato di “tentata strage”, visto che non solo era stato lui stesso a manomette l’impianto ma che, giunto presso l’abitazione della madre, ha acceso l’interruttore della luce nel tentativo di causare un’esplosione della casa, in un gesto che ne dimostra pienamente la volontà nichilista.
I carabinieri, forti della loro esperienza in questo tipo di casi di cronaca, hanno vagliato evidentemente subito la possibilità che si potesse trattare dell’effettivo responsabile dell’assassinio di Silvana La Rocca, e gli hanno chiesto di seguirlo presso la locale stazione dei carabinieri al cui interno, sottoposto a perquisizione, veniva trovato in possesso di due grandi armi da taglio nascoste sotto il maglione.
A seguire, l’atroce confessione, ancora da vagliare in tutti i suoi particolari, a cui faceva seguito la messa in stato di fermo del Dettori, co-firmata da un comunicato emesso dal Comandante Provinciale dei Carabinieri di Taranto, Col. Antonio Marinucci, e dal Procuratore della Repubblica Eugenia Pontassuglia.