Lecce: truffa milionaria, Stato beffato e cittadini anche
Superbonus 110%: una legge di Conte & C che doveva aiutare i meno abbienti e che ha finito per arricchire i più furbi.
Sembra ormai una regola non scritta, un destino ineluttabile: ogni incentivo statale finisce per attrarre chi lo usa per interesse personale.
E il Superbonus 110%, varato con il governo Conte II nel 2020, non fa eccezione. Nato con l’ambizione di sostenere famiglie e persone in difficoltà economica e di rilanciare l’edilizia con una spinta all’efficienza energetica, si è rivelato un pozzo nero di frodi e abusi.
Un piano concepito per favorire chi ha meno risorse si è trasformato in un vantaggio per i più abbienti e, peggio ancora, in un’occasione d’oro per chi aveva in mente di raggirare lo Stato.
Emblematica è l’inchiesta della Guardia di Finanza della Compagnia di Maglie, che ha svelato un giro di presunte frodi nel cuore del Salento tra il 2021 e il 2022: truffa milionaria, Stato beffato e cittadini anche, ecco la realtà che emerge, con tredici persone indagate – tra imprenditori e professionisti – accusate di aver creato un sistema fraudolento in grado di drenare risorse pubbliche per decine di milioni di euro.
Con un sequestro preventivo di beni e liquidità per 67 milioni di euro, il danno si presenta in tutta la sua gravità.
Gli indagati, stando alle accuse, avrebbero intascato illecitamente bonus per lavori mai eseguiti o portati a termine solo in parte.
Parliamo di circa 500 cantieri e di migliaia di fatture fittizie per interventi inesistenti. Il trucco, per quanto semplice, ha colpito duramente le casse pubbliche: falsi lavori certificati, false documentazioni caricate sull’Agenzia delle Entrate per generare crediti d’imposta mai realmente maturati.
Alla guida dell’inchiesta c’è la sostituta procuratrice Patrizia Ciccarese, che ha recentemente notificato la chiusura delle indagini agli indagati.
Tra le accuse avanzate a vario titolo figurano indebita percezione di erogazioni pubbliche, falsità ideologica, emissione di fatture per operazioni inesistenti e associazione per delinquere.
Un pool difensivo di avvocati prestigiosi, tra cui Riccardo Giannuzzi e Francesco Vergine, è pronto a difendere gli imputati.
Eppure i numeri sono lì, implacabili, a raccontare un quadro desolante: nel tentativo di rilanciare l’economia, lo Stato è stato truffato senza pietà.
E questo è solo uno dei capitoli di una storia ormai tristemente familiare.
Il Superbonus 110% è nato da una buona intenzione, quella di incentivare l’edilizia e sostenere chi aveva meno risorse per migliorare le condizioni del proprio immobile.
Tuttavia, la realtà si è mostrata ben diversa, con uno strumento che ha finito per arricchire i più furbi, con il rischio di mettere in ginocchio un’economia già in difficoltà.
Paradossalmente, chi aveva meno possibilità economiche si è trovato di fronte a ostacoli burocratici e a spese iniziali elevate, che hanno reso l’accesso al bonus tutt’altro che agevole.
I più abbienti, invece, con risorse e contatti a disposizione, sono riusciti a ottenere vantaggi notevoli, spesso per più proprietà.
Come se non bastasse, questo strumento ha innescato una spirale di aumento dei prezzi nel settore edile, portando l’attenzione di soggetti senza scrupoli.
Truffa milionaria, Stato beffato: un paradosso, dunque, che ancora una volta ha lasciato allo Stato e ai contribuenti l’amara realtà di un provvedimento nato per aiutare e finito per essere sfruttato.
Ora, davanti alle continue frodi che la Magistratura sta indagando, non si può non riflettere su come il Paese debba affrontare il problema degli incentivi pubblici, che, senza adeguati controlli, rischiano di aggravare una situazione già precaria.
Alla fine, ciò che emerge è che, mentre il Paese si trova in una crisi senza precedenti, il Superbonus 110% è stato un’arma a doppio taglio: una misura che avrebbe dovuto favorire l’economia reale e che invece, senza una struttura adeguata, ha lasciato dietro di sé macerie morali e finanziarie.