Una creazione artistica come risposta alla Xylella
Una stradina di campagna che scorre lontanissima dalle vie più trafficate, al riparo dalle automobili e offrendo grande tranquillità a chi la percorra in bicicletta o agli stessi proprietari dei suoi terreni e, in generale, a tutti i suoi frequentatori assai rari.
Siamo fra San Michele Salentino e San Vito dei Normanni, una giornata autunnale che potrebbe essere tranquillamente di primavera, come ricorda Pascoli in una delle sue liriche più famose, Novembre.
La Xylella ha da tempo imperversato anche da queste parti, lasciando gli inequivocabili segnali del suo passaggio. Gli ulivi antichi sono vistosamente segnati dal batterio, ma se in merito alla cura ancora gli esperti si dividono, si può rimediare intanto con la fantasia, facendo diventare uno di questi alberi una graziosa scultura in legno, raffigurante due uccelli appollaiati sul tronco.
Da tempo nel Salento dilaniato nel suo patrimonio arboreo, paesaggistico e storico-monumentale, si cercano soluzioni alternative a quella del puro e semplice utilizzo degli ulivi divelti come legna da ardere. Alcuni artigiani locali hanno confezionato e continuano a produrre bellissime sculture, lo stesso consigliere regionale di opposizione Paolo Pagliaro, negli scorsi mesi, ha presentato una proposta di legge volta a sostenere economicamente questo tentativo, finanziando anche appositi corsi di formazione per chi volesse imparare l’arte.
Un’eterogenesi dei fini che consenta a una parte almeno di quei tronchi di sopravvivere, in altra forma.