SS100, il caso autovelox: 10.000 multe in 15 giorni, i cittadini chiedono la rimozione

Massafra – L’autovelox installato sulla Strada Statale 100, in prossimità di Massafra, è al centro di un’intensa polemica dopo aver emesso oltre 10.000 multe in appena due settimane. Questo dispositivo, posizionato in un tratto stradale in discesa, ha provocato proteste da parte degli automobilisti e attirato l’attenzione di avvocati e associazioni per i consumatori, che ne contestano la regolarità. In prima linea contro questo dispositivo, l’avvocato Gianluca Gaspardone e l’associazione “Consumatori Italiani” ne chiedono la rimozione immediata, definendolo irregolare e inappropriato.
Omologazione mancante e posizione controversa
Uno dei punti più critici è che l’autovelox non risulta omologato, ma solo “approvato”. La distinzione è fondamentale, come sottolinea l’avvocato Gaspardone, dato che l’approvazione garantisce solo una sorta di validità amministrativa a livello comunale, mentre l’omologazione attesta la piena conformità del dispositivo alle normative nazionali ed europee. “Solo l’omologazione conferma che i rilevamenti siano affidabili, specialmente in un tratto in discesa, dove i veicoli accelerano involontariamente,” spiega l’avvocato. Inoltre, il tratto è particolarmente insidioso poiché il limite di velocità è fissato a 70 km/h, un livello che per molti veicoli è difficile rispettare senza una frenata continua e spesso pericolosa.
Fotogrammi poco chiari: una questione di trasparenza
Un altro problema riguarda la qualità dei fotogrammi generati dall’autovelox, in particolar modo quelli scattati in condizioni di scarsa luminosità. L’avvocato Gaspardone evidenzia come molte delle immagini siano scure e sfocate, risultando insufficienti per confermare le infrazioni. “Ho visionato alcuni dei fascicoli: alcune foto scattate di notte sono così buie che è quasi impossibile distinguere il veicolo sanzionato,” afferma. In uno specifico caso notturno, una multa da 700 euro è stata comminata sulla base di un fotogramma che rendeva il veicolo irriconoscibile. “Senza una qualità adeguata delle immagini, diventa rischioso emettere sanzioni, soprattutto di importi così elevati.”
Inoltre, non è raro riscontrare casi in cui più veicoli appaiono nella stessa inquadratura, confondendo ulteriormente l’individuazione dell’effettivo trasgressore. Secondo Gaspardone, simili errori minano la fiducia dei cittadini verso il sistema di controllo e rappresentano una forma di abuso, considerando la mancanza di chiarezza e certezza nelle sanzioni.
Appello al Prefetto e richiesta di rimozione
Le irregolarità segnalate hanno portato “Consumatori Italiani” e “Adesso Taranto” a presentare un ricorso formale al Prefetto di Taranto, Paola Dessì, chiedendo un riesame del caso. Le associazioni lamentano anche la carenza di segnaletica adeguata e di illuminazione nelle vicinanze dell’autovelox, che è stato collocato in discesa e a poca distanza da una curva. Una posizione, questa, considerata irregolare in base alle norme previste dal Decreto Salvini, pubblicato lo scorso 28 maggio, che mira a garantire che gli autovelox siano posizionati in tratti veramente pericolosi.
Nonostante le sanzioni elevate, la SS100 non risulta essere uno dei tratti stradali più incidentati della zona, diversamente da altre aree più pericolose nelle vicinanze. Per i rappresentanti dei consumatori, la posizione dell’autovelox in un tratto meno critico suggerisce una sproporzione tra il livello di rischio e la pesantezza delle misure adottate.
Una questione che divide e non si ferma
Le multe emesse finora, stimate intorno alle 40.000 in pochi mesi, sollevano interrogativi sul rispetto dei diritti dei cittadini e sull’equità nell’applicazione delle norme del Codice della Strada. Per l’avvocato Gaspardone e le associazioni civiche, il numero straordinariamente alto di sanzioni evidenzia un uso eccessivo e potenzialmente irregolare dell’autovelox, con conseguenze economiche molto pesanti per gli automobilisti. Di fronte a queste problematiche, la richiesta al Prefetto è chiara: avviare una verifica urgente e, se necessario, revocare l’autorizzazione al dispositivo di Massafra.
La mobilitazione, così, non si ferma e potrebbe estendersi anche a livello nazionale se le richieste locali non venissero accolte. I cittadini, insieme alle associazioni, chiedono trasparenza e garanzie per evitare che strumenti concepiti per la sicurezza stradale si trasformino in meccanismi punitivi che gravano ingiustamente sugli automobilisti.