Crisi idrica, l’intervento dell’Ordine regionale dei geologi pugliesi

Sulla questione dei razionamenti idrici applicati da Acquedotto Pugliese interviene Giovanna Amadei, presidente dell’Ordine regionale dei geologi pugliesi.
La fine dell’estate ed il passaggio ormai all’autunno inoltrato non hanno apportato variazioni di rilievo rispetto alla tendenza consolidata del 2024: un’Italia spaccata in due, con un nord nel quale le piogge e le perturbazioni si susseguono senza soluzione di continuità, provocando enormi danni economici agli abitanti delle zone coinvolte e portando con sè anche un terribile carico di lutti, ed un sud Italia nel quale invece le giornate di pioggia sono davvero l’eccezione.
In Puglia abbiamo avuto una giornata di pioggia realmente significativa in settembre, mentre ottobre si sta anch’esso trascinando con piogge poco significative. Quel po’ di pioggia caduto lo scorso fine settimana non è bastata a risollevare, evidentemente, il bilancio idrico complessivo.
” Tale decisione (quella dell’Acquedotto pugliese di abbassare la pressione dell’acqua potabile n.d.r.) – ha affermato Amadei – si è resa necessaria poiché lo stesso Osservatorio permanente dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino meridionale ha aumentato il livello di severità idrica per il potabile da basso a medio. Purtroppo la mancanza di precipitazioni e le temperature elevate, nonostante la stagione autunnale, stanno mettendo in seria difficoltà sia le falde naturali che i bacini artificiali. Siamo ormai ai minimi storici e se continua questo trend a breve potrebbero essere a secco anche i rubinetti delle nostre case. Oggi è necessario ridurre o meglio eliminare ogni spreco sia da parte dell’utenza finale che a partire da ‘monte’ controllando tutte le tubazioni al fine di evitare inutili e dannose perdite di acqua. Bisogna considerare che i lavori di efficientamento delle reti idriche mediante la sostituzione delle condotte deteriorate, il monitoraggio delle pressioni in rete ed il loro controllo mediante valvole automatiche di controllo hanno consentito nei primi sei mesi di questo anno un risparmio di 15 milioni di metri cubi d’acqua. Valori di certo non trascurabili in un periodo di così lunga crisi idrica”.
Qualcosa è stato quindi fatto per evitare perdite nella rete, ma in tempi di vacche tanto magre questo purtroppo non è sufficiente. Occorre fare la danza della pioggia anche nel Meridione d’Italia.