Calderone: ‘con la riattivazione dell’Altoforno 1, garantiamo la protezione dell’occupazione’

La riaccensione dell’Altoforno 1 (AFO1) nello stabilimento di Taranto segna un momento cruciale per Acciaierie d’Italia. Questo evento non solo avvia un processo di decarbonizzazione, ma porta anche alla riduzione del numero di lavoratori in Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS).
Dal 15 ottobre 2024, con il riavvio dell’AFO1, circa 3.000 dipendenti sono stati coinvolti, promettendo un impatto positivo anche sugli stabilimenti di Genova e Novi Ligure. Un accordo siglato tra Acciaierie d’Italia, le Organizzazioni Sindacali e il Ministero del Lavoro prevede un’integrazione salariale fino al 70% per i lavoratori in CIGS, con rotazioni per garantire equità.
La formazione è al centro della strategia di rilancio, con un piano che coinvolge 4.000 lavoratori e 120.000 ore dedicate a corsi di formazione, sicurezza e tecnologie verdi. Giancarlo Quaranta, Commissario Straordinario, sottolinea che la riduzione della CIGS rappresenta un passo verso un futuro sostenibile per i dipendenti.
Attualmente, 2.800 lavoratori sono in CIGS, ma si prevede una diminuzione con la ripresa della produzione. Il rilancio di Acciaierie d’Italia non riguarda solo il riavvio degli impianti, ma punta a costruire un modello industriale più innovativo e centrato sui lavoratori.