Matera in Puglia? Tecnicamente fattibile, realisticamente improbabile.

Sta facendo discutere in questi giorni la mozione presentata presso il Comune di Matera da parte di due ex senatori, e cittadini materani, di area centrista, Corrado Danzi e Vito di Maggio che chiedono, assieme ad un’altra sessantina di sottoscrittori, che i cittadini di Matera possano esprimersi sul trasferimento del territorio del Comune di Matera all’interno di quello della regione Puglia.
Il Comune di Matera dovrà entro un mese dare un parere sulla proposta referendaria, dopo di ché i proponenti avranno due mesi per raccogliere, eventualmente, il necessario numero di firme. La procedura che regola il passaggio di un Comune da una regione amministrativa ad un’altra è infatti regolata dall’articolo 132 della Costituzione, e prevede anche l’intervento dei Consigli regionali con un parere giuridico e infine l’intervento del Parlamento con una legge ordinaria.
Di tale procedura si sono avvalsi negli anni 2000 una trentina di comuni per cambiare provincia e regione amministrativa di pertinenza. Si tratta però, in tutti i casi, di Comuni molto piccoli e poco noti a livello nazionale. Matera è invece una città conosciuta in tutto il mondo per le sue peculiarità architettoniche. Al mondo interesserebbe ben poco se Matera diventasse una città pugliese e non più lucana, ma è evidente che a livello nazionale la questione ha ben altro peso.
Com’è ovvio, la questione sta a cuore agli abitanti della Basilicata, una piccola regione del sud, incantevole per i suoi scenari naturali, capace di far tornare il visitatore indietro nel tempo perché ai margini delle grandi vie di collegamento e quindi, almeno parzialmente, “incontaminata” o non inquinata da certi fenomeni deleteri legati anche solo allo sfruttamento intensivo del territorio o all’abusivismo, cosa della quale invece la confinante Puglia è purtroppo maestra.
Soprattutto Matera, pur non essendo il capoluogo della regione Basilicata, è di fatto la cartolina di gran lunga più nota della Basilicata, l’unica città di portata e di attrattiva internazionale che essa può esprimere. Alla base dell’iniziativa referendaria vi è invece, a detta dei proponenti, la poca o nulla considerazione che la Regione, guidata dal forzista Vito Bardi, avrebbe nei confronti delle necessità di Matera. Una trascuratezza che avrebbe come rovescio della medaglia un ruolo preponderante riservato alla città capoluogo di regione, Potenza.
Il presidente Bardi, in maniera vigorosa, ha fatto notare come la proposta sia macchiata fin dall’inizio dall’autoreferenzialità e anche da un calcolo errato, visto che Matera, in una regione demograficamente molto più rilevante e geograficamente più estesa come la Puglia, finirebbe semmai per contare ancora di meno di quanto conterebbe ora. Lo stesso sindaco di Matera, Domenico Bennardi, esponente dei 5 Stelle, fa notare come la connessione con la Puglia, anche e soprattutto a livello infrastrutturale, vada migliorata, e come Matera abbia già un rapporto privilegiato con le città più vicine della Puglia, da valorizzare ulteriormente, senza tuttavia compiere mosse azzardate.
Matera tecnicamente potrebbe chiedere di essere annessa alla regione Puglia poiché il suo territorio confina direttamente con ben quattro importanti città della Puglia: Altamura, Gravina e Santeramo in Colle in provincia di Bari e Ginosa in provincia di Taranto. Il suo passaggio alla regione Puglia non taglierebbe quindi fuori alcun comune della sua provincia che volesse invece restare lucano.
Per di più, quando esisteva la provincia di Terra d’Otranto, di essa faceva parte pure il territorio materano, quindi esiste anche un appiglio storico. Diverso è invece il discorso dal punto di vista della fattibilità concreta della proposta, delle resistenze concrete che essa incontrerebbe in Regione, dello stesso sgarbo che, immaginiamo, la Puglia cercherebbe in tutti i modi di non volere fare agli amici lucani, sottraendo loro la loro città più iconica.
Questa proposta servirà quindi per richiamare maggiore attenzione sulla situazione di Matera, è certamente la spia di un malessere che cova nella Città dei Sassi, così come cova, peraltro legittimamente, in Puglia nei territori distanti dal barese, in una regione peraltro eccessivamente lunga per essere bene amministrata. Ma molto difficilmente essa potrà avere concrete speranze di realizzarsi. E in fondo, soprattutto, Matera è innanzitutto dei lucani.