Medici si dimettono: Ennesima aggressione a Minervino dopo l’episodio di Maruggio
“Medici si dimettono” situazione insostenibile. E’ la cruda realtà nelle guardie mediche.
Un altro episodio di violenza si è verificato, questa volta a Minervino di Lecce, e i professionisti della salute non ce la fanno più.
Dopo l’aggressione di Maruggio, la situazione nelle guardie mediche della Puglia è ormai insostenibile.
I medici si dimettono, e chi può biasimarli? L’ennesima aggressione contro un medico di guardia medica si è verificata a Minervino di Lecce, e il clima di violenza che sta prendendo piede in Puglia sta raggiungendo livelli inaccettabili.
Basta guardare i fatti: una dottoressa questa volta a Minervino di Lecce durante il turno notturno è stata aggredita violentemente dal marito di una paziente insoddisfatto della terapia prescritta.
Parole offensive, strattoni e infine l’umiliazione di essere spinto fuori dall’abitazione. Questo è il trattamento che i nostri medici stanno subendo.
Non è passato molto tempo da quando a Maruggio, un’altra dottoressa era stata aggredita da una coppia di turisti infuriati per un consiglio medico dato al loro figlio.
La dottoressa, specializzanda in Urologia, era stata minacciata di morte e strattonata, tanto da decidere di non voler più lavorare in quel presidio. E ora, lo stesso copione si ripete a Minervino di Lecce. Che cosa sta succedendo?
La Federazione italiana medici di medicina generale ha ricevuto la denuncia della dottoressa aggredita a Minervino, e il messaggio che emerge è chiaro: i medici non sono più disposti a rischiare la propria vita per svolgere il loro lavoro.
La situazione è fuori controllo e le dimissioni sono solo la punta dell’iceberg di un malessere diffuso e profondo.
I cittadini devono capire che senza questi professionisti, il sistema sanitario non regge.
Questi medici non sono solo operatori sanitari, sono le persone che si prendono cura della nostra salute, spesso in condizioni difficili e con risorse limitate.
Ma ora, la pazienza è finita. Chi vorrebbe continuare a lavorare sapendo che potrebbe essere aggredito da un momento all’altro?
Non si può più ignorare il grido di allarme che arriva dalle guardie mediche di tutta la Puglia.
È tempo che le autorità prendano provvedimenti concreti per garantire la sicurezza di chi opera in prima linea.
Non bastano le parole di solidarietà o le promesse di future indagini. Servono azioni immediate per fermare questa spirale di violenza che rischia di lasciare la nostra sanità in ginocchio.
Le aggressioni ai medici sono una vergogna per la nostra società. Se non fermiamo subito questa deriva, il prezzo da pagare sarà altissimo. Non solo per i medici, ma per tutti noi. È ora di dire basta e di agire, prima che sia troppo tardi.