UILFPL Taranto denuncia la grave situazione dell’ospedale di Martina Franca

Nel giorno in cui da fonti del Ministero della Salute si apprende come la Puglia abbia garantito nel corso dell’ultimo anno i livelli essenziali di assistenza (LEA) in tutti i tre gli ambiti indagati dagli analisti del settore (ospedaliero, distrettuale e prevenzione), il sindacato UIL, comparto sanità, denuncia alcune gravi carenze esistenti presso l’ospedale riferimento della Valle d’Itria.
Andiamo con ordine: a livello generale regionale, da quanto trapela dal Ministero, considerando le 19 regioni e le due province autonome di Trento e Bolzano, la Puglia si piazzerebbe undicesima, prima in assoluto nel Mezzogiorno e nelle isole, registrando nel dettaglio i seguenti risultati: nella sanità distrettuale (territoriale) il 70% di target raggiunto, in quella ospedaliera quasi l’80% e in quello della prevenzione il 76%, ed una media complessiva del 75%.
Questo risultato, quantunque ancora ufficioso, è stato già rivendicato dai deputati pugliesi Lacarra, Stefanazzi e Pagano, secondo i quali esso sarebbe di valore ancora più significativo considerando il fatto che tale prestazione è stato ottenuta a dispetto del sotto finanziamento, un terzo in meno, che la Puglia, a parità di popolazione, ottiene da una regione quale l’Emilia-Romagna, il che si traduce in una corrispettiva inferiore dotazione di medici, personale paramedico, infrastrutture e dotazioni diagnostiche, addebitando quindi al Governo Meloni la responsabilità di finanziare adeguatamente tutte le Regioni.
Fin qui i freddi numeri. Poi sappiamo bene come, nella prassi, i disservizi siano quasi la regola in tantissime strutture pubbliche della regione. Alla base anche la scarsità di personale, con l’allarmante elemento della fuga di tanti medici dal settore pubblico proprio a causa del lavoro eccessivamente oneroso cui essi sono sottoposti, così come quello, altrettanto indicativo, dei bandi di concorso disertati.
Tuttavia, se i pronto soccorso scoppiano letteralmente, se sono stati tramandati alle cronache casi tantissime volte casi assolutamente incresciosi (il “Perrino” di Brindisi, dove un medico del Pronto Soccorso lo scorso anno fu costretto a contattare la magistratura durante un suo turno per denunciare la situazione, su tutti), con pazienti rimasti ad attendere anche per giorni nell’attesa di completare l’iter diagnostico, la motivazione è soprattutto la cura da cavallo alla quale è stata sottoposta la sanità pugliese (e non solo quella) nel corso del primi 15 anni del nuovo secolo, con la chiusura di tantissimi ospedali che servivano proprio per evitare l’ingolfamento delle strutture più importanti e i casi di burn-out, cioè di frustrazione, fra il personale sanitario.
Nel caso dell’ospedale di Martina Franca ecco giungere oggi l’allarme di UILFPL Taranto, a nome del segretario regionale Giovanni Maldarizzi, il quale mette in evidenza innanzitutto proprio quanto poc’anzi scritto: la chiusura dei Pronto Soccorso di Massafra, Grottaglie e dell’Ospedale Moscati ha reso il pronto soccorso di Martina Franca uno dei più affollati della provincia, secondo per numero di accessi solo al SS Annunziata di Taranto (il quale è anch’esso in grandissima difficoltà, n.d.r.). Tuttavia, secondo UILFPL, le condizioni operative e strutturali dell’ospedale non sono adeguate a gestire un tale flusso di pazienti.
“Il nostro Pronto Soccorso si trova a dover affrontare una situazione al limite dell’emergenza quotidiana,” ha dichiarato Giovanni Maldarizzi. “Con un afflusso giornaliero di 150-180 pazienti e oltre 20.000 prestazioni effettuate fino ad agosto, il personale medico e infermieristico è messo a dura prova. Attualmente, l’organico è composto da soli sei medici, costretti a turni estenuanti di 12 ore, spesso senza poter usufruire dei riposi dopo le notti di lavoro. Il personale infermieristico, con appena 5-6 unità per turno, deve garantire assistenza non solo nelle due sale operative, ma anche nell’osservazione breve dei pazienti e nell’accoglienza di coloro che, per mancanza di posti letto nei reparti, rimangono nel Pronto
Soccorso per giorni interi.”
Maldarizzi ha inoltre espresso preoccupazione per le lunghe attese che i pazienti devono affrontare per ottenere referti diagnostici e consulenze specialistiche, dovute alla carenza di personale medico anche in questi settori. “Nonostante l’impegno encomiabile di tutti gli operatori, la situazione è ormai
fuori controllo. I lunghi tempi di attesa esasperano i pazienti, portando a reazioni che spesso sfociano in aggressioni verbali e fisiche nei confronti del personale sanitario.”
“Non possiamo più tollerare che il personale e i pazienti siano costretti a operare in queste condizioni. È necessario un piano di intervento concreto e immediato per garantire la sicurezza e la dignità di
tutti,” conclude Maldarizzi.
Un appello che, si può star certi ed essere facili profeti, sarà vittima del classico gioco dello “scarica barile”.