Sanità Puglia: Montanaro dovrebbe dimettersi ancor prima dei nove Direttori Generali
In Puglia, la sanità regionale è al centro di una tempesta dopo che nove delle dieci ASL, con l’eccezione del Policlinico di Bari, hanno sforato i tetti di spesa farmaceutica previsti dalla legge regionale.
Questa situazione ha portato all’apertura di un processo di contraddittorio che coinvolge i Direttori Generali delle ASL interessate, i quali devono presentare le loro controdeduzioni entro il 2 settembre 2024.
La Legge Regionale impone la decadenza automatica dei Direttori Generali in caso di sforamento della spesa, ma la loro rimozione non è ancora definitiva, in attesa degli sviluppi del contraddittorio.
Questa crisi ha sollevato forti dubbi non solo sull’efficienza gestionale delle singole ASL, ma anche sulle scelte e responsabilità a livello più alto, in particolare quelle di Vito Montanaro, Direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia.
Il dibattito si concentra sulla necessità di capire se lo sforamento sia dovuto a inefficienze o a un reale aumento della domanda di farmaci essenziali, e quali misure siano davvero necessarie per garantire una sanità equa ed efficiente in tutta la regione.
Il Direttore del Dipartimento Promozione della Salute della Regione Puglia dovrebbe essere il primo a dimettersi, se responsabilità da parte dei Direttori Regionali c’è stata.
Lui aveva il compito di vigilare su queste spese, di garantire che il sistema sanitario regionale funzionasse nel migliore dei modi.
Il recente sforamento della spesa farmaceutica da parte di nove ASL pugliesi è solo l’ultimo di una serie di problemi che affliggono la sanità pubblica regionale.
Un sistema che viaggia a doppia velocità, tra eccellenze isolate e vasti territori lasciati a sé stessi, dove tagliare la spesa farmaceutica potrebbe significare tagliare le cure vitali a chi ne ha più bisogno.
E in questo scenario, Vito Montanaro, alla guida della Sanità Pugliese dal 2018, è al centro di una tempesta che non può più ignorare.
Ma partiamo dal cuore della questione: lo sforamento della spesa farmaceutica.
Nove ASL su dieci hanno superato i limiti di spesa, e ora i loro Direttori Generali rischiano di essere rimossi.
È una reazione che può sembrare giusta, ma che solleva domande più profonde.
Sforare la spesa significa che i pugliesi hanno avuto accesso a più medicinali di quanto previsto, o che ci sono stati sprechi?
Perché se si tratta del primo caso, allora stiamo parlando di un problema ben più grave: il tentativo di contenere la spesa farmaceutica non può e non deve significare privare i cittadini delle cure di cui hanno bisogno.
Se invece si è trattato di sprechi, allora c’è una gestione da rivedere da cima a fondo.
Vito Montanaro, nel suo ruolo di Direttore del Dipartimento Salute, aveva il compito di vigilare su queste spese e di garantire che il sistema sanitario regionale funzionasse nel migliore dei modi.
Ma se nove ASL su dieci hanno sforato, questo non può essere un semplice incidente di percorso.
È il segno di un sistema fuori controllo, dove la mancanza di coordinamento e di una visione strategica ha portato a risultati disastrosi.
E non è solo una questione di spesa farmaceutica. Sotto la guida di Montanaro, la Sanità Pugliese ha visto la nascita di progetti ambiziosi che, purtroppo, si sono rivelati fallimentari.
L’Ospedale Covid della Fiera del Levante è un esempio emblematico.
Costruito con urgenza e grandi aspettative, è rimasto in gran parte inutilizzato, diventando un simbolo di risorse mal gestite, con un enorme spreco di denaro pubblico, sia per costruirlo che per demolirlo.
Anche gli ospedali come il San Cataldo di Taranto e il San Giacomo di Fasano-Monopoli, avrebbero dovuto rappresentare un passo avanti per la sanità regionale.
Purtroppo si sono impantanati in ritardi e inefficienze, con strutture incomplete o mal integrate nel sistema esistente, con aumenti esorbitanti dei costi iniziali che pagheranno le future generazioni.
E poi, come se non bastasse, c’è sempre l’ombra “dell’innominato” che veglia su tutto.
Un regista che, pur pensando di essere ‘il Cristo della Sanità pugliese” (ricorda tanto il film “Cercasi Gesù” di Beppe Grillo che impersonificava Gesù, finendo per crederci davvero di essere proprio lui).
Come Grillo, l’Innominato, di miracoli non ne ha fatti, ma disastri invece…
Suo malgrado, tra meno di un anno, non ricoprirà più alcun ruolo, lasciando dietro di sé un’eredità di nodi da sciogliere.
Questi episodi purtroppo non sono isolati, ma fanno parte di un quadro più ampio in cui la sanità pugliese sembra viaggiare a doppia velocità.
Da una parte, abbiamo eccellenze come il Policlinico di Bari, che riesce a mantenere i conti in ordine e a fornire servizi di alta qualità.
Dall’altra, abbiamo ASL che lottano per far quadrare i conti, costrette a scegliere tra ridurre i costi o fornire le cure necessarie ai cittadini.
Una sanità che non riesce a essere equa, dove il luogo in cui vivi può determinare la qualità delle cure che ricevi.
E poi c’è la questione delle responsabilità.
Il Direttore del Dipartimento Promozione della Salute della Regione Puglia non è nuovo alle polemiche.
Il suo nome è stato in passato legato a vicende giudiziarie, come il caso della “Sanitopoli lucana”, che lo vide finire agli arresti domiciliari prima di essere assolto con formula piena.
Inoltre è stato al centro di diverse polemiche negli ultimi anni.
Eppure, nonostante questi trascorsi, ha continuato a godere della fiducia del Governatore che lo ha sempre sostenuto, anche nei momenti più difficili.
Ma con la fine del mandato del tutor all’orizzonte, questa protezione dovrebbe venire meno, sempre che chi gli subentrerà non continui nel suo nome.
E a questo punto, con una Sanità regionale in crisi, non è più possibile ignorare le responsabilità di Vito Montanaro.
Qualora i Direttori Generali delle sei o nove ASL dovessero cadere, allora anche lui dovrebbe seguirli.
Non si possono continuare a sacrificare solo i pedoni, mentre chi ha orchestrato questa partita resta sulla scacchiera.
Se devono cadere “i nove Filistei”, anche Sansone deve ammettere la sconfitta e fare un passo indietro alla vigilia dell’abdicazione del re, permettendo alla Sanità pugliese di ricostruirsi dalle fondamenta, con una nuova leadership capace di portare davvero il cambiamento necessario.
Ma alla fine speriamo prevalga il buonsenso, ovvero appurare perchè è stata sforata la spesa farmaceutica