Il silenzio tra le macerie: la tragedia di Contrada Tirunno a Cisternino
Abbiamo sperato in un miracolo fino alla fine, anche se le speranze erano quasi nulle.
È stato rinvenuto il corpo di Nicola Salatino, l’ingegnere edile originario della provincia di Bari. Aveva 55 anni.
Il luogo della tragedia al limite di Contrada Tirunno, quando inizia Contrada Caranna a Cisternino. Una zona con molti trulli e case vacanze abitate in questo periodo soprattutto da turisti, molti dei quali sono stranieri.
Il sole si è già imposto sulla giornata. Sono circa le 8:00 di una domenica mattina e il termometro sfiora già i 40 gradi.
La strada, solitamente tranquilla, è invasa da un fiume di auto che si dirigono verso il mare Adriatico, in cerca di sollievo dalla calura opprimente.
Ma in un momento, un boato squarcia la tranquillità estiva.
Un trullo, appena restaurato, crolla parzialmente all’improvviso.
La quiete della contrada è spezzata dal rumore delle pietre che cadono, una cascata di pietre bianche che si sgretolano su se stesse.
La causa? Probabilmente una caldaia a gas collocata all’esterno del trullo.
Un’esplosione, devastante e improvvisa, che trasforma quella che doveva essere una giornata di estiva in un incubo.
Quel trullo è la residenza estiva di una coppia barese, che oggi ospitava degli amici di Barletta.
Tra loro, Nicola Salatino un ingegnere di 55 anni e sua moglie, di 53.
Avvicinandosi al luogo dell’esplosione, l’aria è densa di un odore acre, quasi irrespirabile, un odore che, per un istante, richiama alla mente le immagini dei bombardamenti nelle zone di guerra.
Sul posto, l’atmosfera si carica di tensione. Vigili del fuoco, carabinieri, ambulanze e soccorritori si affannano in un balletto disperato tra le macerie, cercando di fare ciò che sembra impossibile.
La donna, che è stata sbalzata fuori dal trullo dall’esplosione, è ferita.
Ma, con un sollievo sembra quasi un miracolo in mezzo a tanto orrore, più tardi si apprende che le sue condizioni non sono gravi.
Viene trasportata d’urgenza all’ospedale Perrino di Brindisi, dove riceve le cure necessarie.
Ma per l’uomo, la situazione è molto più critica. È rimasto intrappolato sotto le macerie. Non si odono lamenti, non un singolo segno di vita.
Con il passare delle ore, le speranze di trovarlo vivo si affievoliscono; diventavano fragili come la polvere che si solleva ad ogni pietra rimossa.
Ma i soccorritori non si arrendono, continuavano a scavare con mani e attrezzi, combattendo contro il tempo; contro la solidità delle pietre che formano i trulli; contro la disperazione.
Non si possono usare mezzi pesanti: un singolo errore potrebbe causare ulteriori crolli e trasformare la possibilità di salvare un uomo, nella sua condanna a morte.
Arrivano rinforzi: da Bari, un secondo mezzo cingolato dei vigili del fuoco a supporto, ma le operazioni restano difficili, lente, esasperanti.
Intorno a noi altri colleghi giornalisti che iniziano ad arrivare. La notizia diventa di carattere nazionale. C’è anche il sindaco di Cisternino che si aggira con espressione grave.
Riuscivamo a rubargli una breve dichiarazione. Il suo volto è segnato dal peso della responsabilità e del dolore condiviso con la sua comunità.
Si cerca di fare tutto il possibile per liberare l’uomo. Per riportarlo alla luce, ma le speranze si assottigliano con il passare del tempo.
Il Pubblico Ministero, il dottor Carluccio della Procura di Brindisi, immediatamente informato prende il coordinamento delle indagini.
La verità su quanto accaduto dovrà essere chiarita, ma la priorità resta una sola: recuperare il corpo dell’ingegnere intrappolato, pregando Dio che sia ancora vivo. Non si ode nemmeno un labile lamento.
E così, in questa domenica di piena estate, si combatte una battaglia disperata contro un nemico invisibile: il tempo, oltre al caldo cocente e all’ansia di fare presto
Più passano i minuti, più la speranza si spegne, lasciando spazio a un silenzio pesante, rotto solo dal rumore delle pietre che vengono rimosse con cura, una dopo l’altra.
Sembra questa una maledetta giornata a Cisternino. Una di quelle che nessuno vorrebbe mai vivere.
Una giornata che resterà impressa nella memoria di tutti coloro che hanno incrociato il loro cammino con le macerie di quel trullo, una tragedia che lascerà segni indelebili nelle vite di chi l’ha perso, e di chi ha cercato di salvarlo.
Aspettavamo un miracolo, ma Nicola non è stato graziato dal suo destino.
Svegliandosi questa mattina, guardando il cielo azzurro e limpido mai avrebbe potuto immaginare che sarebbe stato l’ultimo che avrebbe visto.