Lillo e i suoi conflitti d’interesse che nascondono l’adozione di un Pug che non ci piace


Lillo e i suoi conflitti d’interesse che nascondono l’adozione di un Pug che non ci piace.
Così si potrebbe riassumere la situazione paradossale che coinvolge la Consigliera Comunale Grazia Lillo, leader di Fratelli d’Italia a Martina Franca, che alla vigilia del Consiglio Comunale si è improvvisamente accorta di avere dei conflitti di interesse con il PUG di Martina Franca, decidendo di non partecipare al voto.

Un’assenza che puzza di strategia e che non può che sollevare dubbi e perplessità.
Siamo abituati alle sorprese, ma la nostra cara Consigliera del “PUS” ha davvero superato se stessa questa volta.
Durante la discussione sul tanto discusso PUG, la leader di Fratelli d’Italia ha deciso di sventolare la bandiera della trasparenza e della correttezza, annunciando che non avrebbe partecipato al voto per un conflitto di interesse entro il quarto grado di parentela.
Ah, che nobiltà d’animo! Ma vediamo di andare con ordine.
Il colpo di scena arriva proprio alla vigilia del Consiglio Comunale, con la Lillo che, oltre a decidere di astenersi, invita anche i suoi colleghi a fare altrettanto.
Insomma, non solo non ci mette la faccia, ma spera che nessun altro lo faccia.

E poi, dulcis in fundo, ci racconta che la sua assenza è un gesto di trasparenza nei confronti dei cittadini.
Trasparenza di che? Degli interessi che non vuole rivelare?
Secondo la Consigliera, la sua decisione è motivata dal rispetto delle norme sull’incompatibilità.
Peccato che l’articolo 78 del Testo Unico sugli Enti Locali escluda tali incompatibilità per provvedimenti di carattere generale, come l’adozione del PUG.
Ma la Lillo, sempre così scrupolosa, ci ricorda che ci sono sentenze del TAR e del Consiglio di Stato che le impediscono di partecipare.
Guarda caso, queste sentenze sono state riesumate proprio in tempo per la discussione sul PUG.
E mentre la nostra paladina della trasparenza si dilegua, lasciando il Consiglio Comunale senza una delle sue voci principali, ci chiediamo quali siano questi fantomatici interessi che la Lillo non ha reso noti.
Forse perché, se fossero davvero esposti alla luce del sole, non potrebbero più essere protetti dal suo nobile mantello di correttezza?
Ma non fermiamoci qui. L’adozione del PUG è una questione cruciale per il futuro di Martina Franca, e l’assenza della Lillo e dei suoi colleghi non è altro che un voto a favore di questo piano.
Un piano che abbiamo sempre ritenuto discutibile, e sul quale continueremo a vigilare con la stessa trasparenza che la Lillo tanto decanta.

E a proposito di obbrobri urbanistici, come non ricordare Piazza d’Angiò?
Quella struttura che doveva servire per la moda e che è stata finanziata per quello scopo, oggi è un monumento all’inutilità o un vero e proprio obbrobrio costato milioni di euro
Gran parte della piazza è abbandonata, con solo una piccola sezione utilizzata dalla polizia municipale, e un parcheggio sotterraneo che non è neppure a norma.

Un regalo dall’allora Assessore Franco Ancona, successivamente sindaco e principale artefice del PUG che si sta adottando.
Vogliamo anche parlare della “distruzione” che avverrà di un campo sportivo storico per diventare una piazza sei giorni su sette vuota tranne quando si farà il mercato settimanale?
Sembra proprio che Martina Franca non riesca a sfuggire alle grinfie di decisioni urbanistiche quantomeno discutibili.
Cosa rimane, dunque, di questa vicenda?
Un’amara consapevolezza: a Martina Franca non ha prevalso il buon senso.
Questo sarà un errore che pagheranno le future generazioni, mentre chi oggi predica trasparenza e correttezza continuerà a muoversi nell’ombra, protetto da dichiarazioni altisonanti e dalla scarsa memoria collettiva.
Sono noti a tutti i diversi conflitti d’interesse in confronto dei quali quelli della Lillo sono bazzecole, ma che Ve li sveleremo uno a uno.
La Lillo, la prossima volta che decide di illuminare la via della trasparenza, si ricordasse di accendere la luce anche sui tuoi interessi.
Perché, come diceva qualcuno, “la trasparenza senza la verità è solo un’illusione”.
E noi, di illusioni, ne abbiamo già avute abbastanza.