Stabilite le città in lizza per il titolo di Capitale italiana della cultura per il 2027. 3 le pugliesi.

Lo scorso 3 luglio è scaduto il bando del Ministero della Cultura rivolto alle città italiane che avessero voluto proporsi come capitali della cultura per il 2027, succedendo così a Pesaro, Capitale nell’anno in corso, Agrigento che lo sarà per il 2025 e L’Aquila nel 2026.
Al bando hanno risposto 20 città, fra di esse 3 pugliesi: Alberobello, Brindisi e Gallipoli. Fra le altre località in gara ci sono 5 campane (Acerra, Caiazzo, Pompei, S.Maria Capua Vetere e Sant’Andrea di Conza) 4 calabre (Aiello Calabro, Morano Calabro, Reggio Calabria e Taverna) 2 toscane (Massa e Fiesole) 2 liguri (La Spezia e Savona) una lucana (Aliano) una abruzzese (Loreto Aprutino) una siciliana (Mazzarino) una friulana (Pordenone)
A questa fase preliminare di invio della candidatura deve seguire, da parte di ognuna della città in gara, l’invio al Ministero, entro il 26 ottobre, del vero e proprio progetto culturale, contenente un titolo, il cronoprogramma e le singole attività previste articolate sull’anno solare, l’indicazione dell’organo incaricato dell’elaborazione, della promozione e dell’attuazione del progetto, la valutazione di sostenibilità economico-finanziaria dello stesso ed i suoi obiettivi.
Come ogni anno, una commissione valuterà preliminarmente i progetti ed attuerà, fra le 20 città partecipanti, una scrematura che ridurrà il numero delle finaliste a 10. Seguirà una fase finale vera e propria, con audizione e illustrazione dei progetti da parte dei responsabili delle 10 città finaliste, i quali dovranno convincere della bontà della propria proposta la giuria esaminatrice, che proclamerà la vincitrice entro la fine del mese di marzo del 2025. Ad essa sarà destinato, da parte del Ministero competente, un finanziamento di un milione di euro per cooperare alla realizzazione del progetto.
La lista delle città in lizza per il 2027 offre alle tre candidate pugliesi la concorrenza di alcune realtà particolarmente autorevoli, in particolare Pompei, famosa nel mondo per il suo patrimonio archeologico, di quattro capoluoghi di provincia o di Aliano, il paese dei calanchi famoso per essere stato quello nel quale Carlo Levi, durante il confino al quale fu inviato dal fascismo, scrisse il suo “Cristo si è fermato a Eboli”.
Le pugliesi si presentano comunque al via ben attrezzate, se consideriamo il fatto che Alberobello, peraltro supportata nel suo progetto di candidatura dai comuni limitrofi, gode anch’essa di una riconoscibilità internazionale a livello turistico, che Brindisi può vantare, oltre al fatto di essere stata brevemente Capitale d’Italia alla fine della Seconda Guerra Mondiale, il fatto di essere la città dove termina quella Via Appia in procinto di diventare Patrimonio mondiale dell’Unesco, che la stessa Gallipoli sta cercando di affrancarsi dalla nomea di capitale italiana del “divertimentificio” estivo da spiaggia, per valorizzare le bellezze del proprio centro storico e la vitalità del proprio tessuto socio-culturale, che deve essere attivamente coinvolto nella progetto da presentare alla commissione, poiché si tratta di un aspetto di primaria importanza nella valutazione che essa compie.
Si conferma comunque, anche esaminando la lista delle località candidate per il titolo nel 2027, un dato strutturale di questa competizione, e cioè il fatto che essa abbia una strumentalità promozionale che va ben al di là delle reali possibilità di vittoria che la maggior parte delle concorrenti sanno di avere già dalla partenza. Chi si candida sa comunque che dalla sua partecipazione avrà tutto da guadagnarci in termini di visibilità. Ce le vedete Roma, Firenze o Venezia candidarsi come capitali italiane della cultura?