Morte di Clelia Ditano: un coetaneo pagherà le spese del funerale. Un indagato per l’incidente in ascensore.
La tragica morte della giovane Clelia, caduta inavvertitamente nel vano ascensore del condominio nel quale viveva a Fasano con i suoi genitori, lo ha toccato al punto da spingerlo a un gesto di grande nobiltà: donare 2.500 euro alla sua famiglia per coprire buona parte delle spese del funerale.
Steven Parpanesi, 26enne originario del milanese ma residente a Brindisi, spiega così il suo gesto: “appena ho saputo della notizia e avendo letto l’intervista al padre della ragazza, mi è subito venuto in mente di dare una mano a questa famiglia. A farmi sentire così solidale nei loro confronti è stato sia la situazione di povertà nella quale sono cresciuto personalmente sia una tragedia personale che ho vissuto personalmente, il suicidio di mia sorella Kimberly, morta a 19 anni quattro anni fa dopo essersi gettata dal sesto piano di un palazzo. Ho rivisto negli occhi del padre la mia stessa sofferenza e per questo non potevo far finta di nulla. La cifra che ho voluto donare non mi avrebbe certo cambiato la vita ma mi sento gratificato”.
Il giovane Steven, che si guadagna da vivere dividendosi fra il lavoro presso la RSSA “Casa di Melissa” di Mesagne e quello di tatuatore, ha trovato così un ulteriore elemento nella storia personale della sua coetanea fasanese che lo ha particolarmente colpito, il fatto che anche Clelia lavorasse duramente per aiutare la sua famiglia, per costruirsi un futuro dignitoso e per pagarsi il corso da sostenere per conseguire la patente. “Se non avessi fatto niente mi sarei sentito in colpa. Il bene ritorna prima o poi”.
Steven ha un indole artistica, che lo ha portato a “decorare” non solo le persone con la sua stessa passione dei tatuaggi, ma anche l’asfalto di alcune vie del centro storico di Mesagne. Ne recano ampia testimonianza le cronache locali ed il suo profilo facebook. Certi casi di cronaca colpiscono così tanto il nostro immaginario da farci immedesimare nelle persone che, loro maldrado, ne sono state protagoniste, anche senza arrivare gesti di eccezionale altruismo quale è quello compiuto da Parpinesi.
Sul fronte delle indagini relative all’incidente, è emerso innanzitutto come la ditta che si occupa della manutenzione dell’ascensore avesse effettuato l’ultimo controllo del mezzo nel mese di aprile e che non erano emerse anomalie nel suo funzionamento. Da capire certamente come la porta dell’ascensore possa essere restata aperta, pur essendo lo stesso sceso al pian terreno, nel lasso di tempo in cui Clelia Ditano era tornata brevemente nel suo appartamento prima di decidere di tornare in ascensore per scendere di nuovo giù in strada, dove erano rimasta ad attenderla alcuni amici. Va rilevato come la stessa madre di Clelia, la mattina seguente, abbia rischiato seriamente di cadere anch’essa con la sua sedia a rotelle nel vano ascensore nel quale era caduta alcune ore prime la figlia e dal quale aveva sentito risuonare la suoneria del suo cellulare, che lei stessa col marito aveva provato a chiamare.
Per questo motivo, la pm titolare del fascicolo, Livia Orlando, ha iscritto una persona nel registro degli indagati. Un gesto necessario, visto che sull’ascensore verrà effettuata una perizia tecnica e che il codice di procedura penale prevede che l’indagato possa fare ricorso ad un proprio perito nel momento in cui l’accertamento relativo al reato per il quale è indagato, in questo caso omicidio colposo, viene preso in esame.
L’autopsia sul corpo della giovane vittima, attualmente posto in una cella frigorifera del cimitero di Fasano, è stato invece disposto per il prossimo giovedì, e verrà effettuato nel cimitero di Ostuni dal medico legale Domenico Urso.
.