A Specchia (LE) cittadinanza in mobilitazione per la salvaguardia di un albero monumentale.

Gli alberi monumentali, oltre ad avere le caratteristiche che rendono tutti gli alberi preziosi (assorbire l’anidride carbonica ed emettono ossigeno, donare ombra in estate, tenere assieme con le radici il terreno) hanno una qualità aggiuntiva: quella di essere testimoni del tempo che passa, anche dei secoli passati.
Guardiamo agli alberi monumentali con lo stesso incanto e la stessa ammirazione con la quale guardiamo le persone anziane, ci poniamo ad apprezzarne i dettagli o i segni sul tronco con la stessa attenzione che dedichiamo alle rughe sul volto dei nonni mentre ascoltiamo i loro racconti, perché dagli uni come dagli altri ricaviamo il tocco nobile dell’esperienza e della saggezza, qualità che non si possono acquistare, che si acquisiscono solo per mezzo del tirocinio ineludibile del tempo e della militanza.
Gli alberi monumentali, tutti quelli catalogati, sono anche un bene nazionale, riconosciuto e tutelato dal Mibact, Il ministero della Cultura e della conservazione del patrimonio artistico e del paesaggio. In Italia se ne contano circa 22 mila, fra questi non sappiamo se sia compreso anche uno splendido esemplare di bagolaro, nome scientifico “celtis australis”, che abbellisce il già bellissimo borgo di Specchia, piccolo centro nei pressi di Tricase, nella parte più meridionale della provincia salentina per definizione.
Quest’albero è finito, suo malgrado, al centro dell’attenzione perché posizionato in un punto un po’ delicato, sul bordo di una strada di Specchia che ha accanto un dislivello di alcuni metri prima della strada sottostante e dove, le sue possenti radici, hanno interferito con il muro di contenimento.

Estirpare senza danni collaterali di una certa rilevanza, una pianta di Bagolaro di quelle dimensioni e in quella posizione, non è assolutamente una strada percorribile, l’intervento innescherebbe una serie di frane con esiti disastrosi, asseriva la perizia affidata dal Comune ad un geologo.
Cosa ha fatto cambiare idea all’amministrazione comunale, visto pochi giorni fa è stata approvata una determina che stabilisce l’abbattimento dell’albero? Ce lo spiega l’appello di un comitato di cittadini formatosi per salvare l’albero.
“La nostra è una lotta contro il tempo – si legge nel testo dell’appello del comitato civico “Salviamo il bagolaro” – vogliamo sensibilizzare gli amministratori ad aprire un dialogo per vagliare ogni strada possibile”. La mobilitazione per la salvaguardia dell’albero centenario inizia tempo fa. “Dopo il cedimento di una porzione del muretto esterno e delle sottostanti strutture – spiegano i promotori – l’amministrazione comunale ha chiuso la strada e sono state condotte analisi tecniche da un agronomo e un geologo. Risulterebbe che le relazioni dei due tecnici non arrivino ad un unanime parere sulla sorte della pianta”.
Di fronte al possibile abbattimento dell’albero, è iniziata nei mesi scorsi la mobilitazione dei cittadini che, dopo le prime rassicurazioni sul destino della pianta da parte dell’Amministrazione, hanno appreso “lo scorso 21 Giugno la determina del tecnico comunale che stabilisce l’abbattimento dell’albero”. Una decisione motivata dalla “necessità di messa in sicurezza ottimizzando le risorse economiche disponibili. Non sarebbero stati trovati fondi sufficienti per sistemare le strutture murarie e salvaguardare la pianta”.
Da qui l’appello rivolto direttamente agli amministratori locali: “vista l’importanza storico culturale che l’albero ha per il paese – continua la petizione – chiediamo una soluzione condivisa con la cittadinanza e le associazioni per garantire la sicurezza pubblica e, allo stesso, preservare il vecchio bagolaro, simbolo identitario di Specchia”.
Il Comitato ha lanciato quindi sulla pagina Change.org/SalviamoAlberoSpecchia una petizione che ha già raccolto l’adesione di 16 mila persone, più del triplo degli abitanti di Specchia. Noi speriamo che l’amministrazione comunale, o chi per lei, trovi da qualche parte i fondi per mettere in sicurezza il muro salvando al tempo stesso il bagolaro, vogliamo la “botte piena e la moglie ubriaca”.