Pista ciclabile lungo viale Aldo Moro: nuove puntate della telenovelas

La vicenda della pista ciclabile progettata a Brindisi lungo i viali Palmiro Togliatti e Aldo Moro, che sono l’uno la prosecuzione dell’altro e conducono verso il centro della città per chi arriva dalla superstrada e dall’ospedale “Perrino”, si arricchisce di un nuovo avvincente capitolo.
L’opera vide la luce nel 2022, per volontà della vecchia amministrazione di centrosinistra, su finanziamento prevalente del ministero dell’Ambiente e della Mobilità sostenibile e parziale dello stesso Comune, per un totale di 600 mila euro. Nei due anni successivi è cambiato il sindaco, e con esso il colore dell’amministrazione, ma la pista è restata un’incompiuta. Lavori portati avanti ad intermittenza dalla ditta di Napoli che si aggiudicò l’appalto, e al quale l’appalto è stato poi revocato per le suddette inadempienze.
Soprattutto, un mare di polemiche relative al fatto che essa, restringendo notevolmente con le sue due corsie la larghezza delle carreggiate, pregiudicava la normale viabilità automobilistica, intralciando notevolmente il traffico veicolare, specialmente negli orari critici, creando per questo seri problemi anche per il passaggio dei mezzi di soccorso.
Critiche molto forti da parte della subentrata amministrazione di centrodestra, che l’opera suo malgrado ha ereditato e che si trovava costretta a portare a termine per non incappare in sanzioni per danni all’erario, critiche altrettanto forti da parte delle associazioni dei commercianti, che lamentavano una riduzione del giro di affari per la grande difficoltà degli automobilisti a trovare parcheggi lungo queste importanti arterie cittadine.
Lo scenario di questa pista tanto mal sopportata, per di più incompleta e carica di rifiuti urbani che nessuno si preoccupava di raccogliere, ha lungamente campeggiato come la dimostrazione più evidente delle difficoltà ataviche di una città alle prese con un’infinità di problemi, certamente anche più seri se non drammatici, a partire da quelle relative alla crisi industriale.
Dopo una lunga fase di totale stallo, a primavera inoltrata era stata incaricata di portare a termine l’opera un’azienda di Carovigno, la quale inizialmente aveva l’obbligo di consegnarla entro il 30 giugno, se non che altri ritardi avevano protratto tale scadenza.
Ora arrivano però delle novità sul fronte ministeriale, in quanto il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha approvato il “Programma di incentivazione sostenibile della mobilità urbana sostenibile”, un provvedimento teso proprio a consentire ai Comuni destinatari di finanziamenti volti alla realizzazione di opere infrastrutturali quali la pista ciclabile tanto contestata, di poter rivedere le tempistiche di realizzazione ma anche di proporre delle modifiche progettuali alle stesse, che prevedano “soluzioni equivalenti o migliorative in termini tecnici, ambientali o economici rispetto al progetto precedentemente approvato”. Tali modifiche possono riguardare anche “la tipologia e la localizzazione delle piste ciclabili”.
Proprio la possibilità di poter eventualmente spostare in altra sede l’opera ha molto ingolosito l’assessore alla ai Lavori pubblici Gianluca Quarta, il quale è intervenuto per sottolineare come ora si aprano scenari prima preclusi. “Grazie a un intervento dell’onorevole Mauro D’Attis – ha dichiarato Quarta – con l’architetto Fabio Lacinio (dirigente settore Lavori pubblici, ndr) siamo riusciti ad avere un incontro presso il ministero dell’Ambiente. In quell’occasione abbiamo fatto presente che avevamo grosse difficoltà e perplessità nel poter continuare quel progetto. Il ministero ci ha ascoltato e con grande sensibilità ha recepito le mie richieste per risolvere un problema che tutta la città di Brindisi ci chiedeva di risolvere”.
A questo punto tuttavia sono insorte le opposizioni. Questo provvedimento di revisione, infatti, non prevede risorse aggiuntive per il completamento o la radicale modifica dei connotati delle opere precedentemente finanziate, ma ne scarica tutti i costi sui Comuni destinatari del finanziamento iniziale.
“Il Ministero dell’Ambiente guidato, neanche a dirlo, da Forza Italia scarica sui Comuni gli eventuali costi di revisione progettuale delle piste ciclabili, ma questo Gianluca Quarta non lo dice, perché indubbiamente non ha alcun interesse ad evidenziarlo”, sostengono in una nota i consiglieri comunali Francesco Cannalire, Lino Luperti, Alessandro Antonino, Denise Aggiano, Michelangelo Greco e Alessio Carbonella. Essi fanno notare fra l’altro un’incongruenza: i lavori per il completamento della pista su viale Aldo Moro sono in questi giorni ripresi. A quale scopo, se il nuovo obiettivo è spostare la pista altrove?
L’assessore Quarta ha replicato facendo presente che il ripristino dell’asfalto e dell’agibilità della sezione di carreggiata a lungo abbandonata costituiva un imperativo, a prescindere dalla presenza di una pista mai come ora indesiderata per i brindisini.