Tesoro d’Italia, Vitigni e Vini nella dicotomia territorio-vitigno
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Tesoro d’Italia, Vitigni e Vini nella dicotomia territorio-vitigno Portare l’arte del vino alla vita e la vita di tutti i giorni a Monopoli, fuori dai vigneti, dalle cantine in spiaggia, nel luogo dove la gente si rilassa accarezzata dalla brezza marina.
La cultura e l’arte del vino, insieme, legati da un qualcosa di sublime, hanno sin dall’antichità occupato uno spazio importante nella storia. Oggi seppure i tempi sembrano evolversi in meglio, c’è sempre il bisogno di ricorrere al vino ed alla sua storia, per assaporare tutto ciò che ci viene donato dalla vita, ieri come oggi.
A considerazione di ciò, sorge inevitabilmente un legame che viene da lontano, che ha il suo motore e la sua forza nella dicotomia territorio-vitigno.
La geografia unica, il clima favorevole e la tradizione enologica radicata, hanno contribuito a fare dei vini italiani un simbolo di qualità e raffinatezza.
Nel 1963 in Italia nasce il primo provvedimento nazionale a disciplina delle produzioni vitivinicole di qualità. Stabilisce il concetto di denominazione di origine, codificandone il significato e rafforzando il concetto di legame con il territorio.
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Il tempo del vino scorre lentamente, molto tempo, talvolta occorrono anni per la produzione e altrettanti anni sono richiesti anche per l’invecchiamento. Può essere difficile tenere il passo con gli ultimi sviluppi collegati al vino.
In Italia il vino ha sempre avuto un legame con l’azienda che lo ha prodotto. Ci sono decine di varietà che anno dopo anno, in percentuale diversa, lo caratterizzano in modo univoco, valorizzando in tal modo l’eccellenza di una denominazione direttamente legata al territorio.
Un legame finalizzato alla comunicazione non solo del vitigno ma anche del territorio e della sua tradizione, perché il connubio vincente tra vitigno e territorio, dipende dal territorio. Se ha potenzialità, può fare tanto per molti vitigni, autoctono o no.
Il vino dà il meglio se viene bevuto lentamente durante la cena e in spiaggia, stimola lunghe conversazioni. Questo il tema della tavola rotonda “Quando i vitigni si legano ad un territorio?” condotta da Vincenzo Carrasso, delegato AIS Murgia e ideatore della rassegna, il consigliere nazionale AIS Giuseppe Baldassarre, il presidente AIS Puglia Giacomo D’Ambruoso e Pierfederico La Notte, ricercatore dell’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del CNR, il quale ha illustrato il progetto ReGeViP, facendo il punto sulla ricerca e sulle vinificazioni in corso, venerdì 21 giugno presso il Tamerici Beach in Monopoli, nell’ambito della rassegna AIS “Vitigni e Vini, Tesoro d’Italia”, giunta all’VIII edizione, che ha aperto ai winelover accorsi, le porte dell’enorme tesoro ampelografico italiano.
Il delegato AIS ha reso omaggio e da abile narratore del vino, ha trasformato la parabola in favola: vitigni sconosciuti e produttori di tutta Italia, mettendone in vetrina le loro creazioni di vitigni recuperati con ostinazione, pazienza e passione, prodotti in piccolissime quantità, perché relegati a minuscoli areali geografici, rendendo indimenticabile la narrazione delle loro bottiglie.
Vini sconosciuti in crescita non solo da un punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo.
La Delegazione AIS ha ribadito l’importanza della qualità dei vini della nostra terra poco conosciuti, qualità legata non solo alle doti di produzione delle cantine della zona, ma anche all’ecosistema naturale che contraddistingue l’Italia.
Il vino sta diventando uno dei binari su cui si muove e si smuove il turismo e contemporaneamente è espressione del territorio.
Uno scrigno di tesori vinicoli presentati al Tamerici Beach Club, perchè è così che può essere definita l’Italia ed i suoi vitigni.
Da secoli, infatti, i vini rappresentano un’eccellenza italiana, con una varietà che spazia dai rossi corposi ai bianchi frizzanti, senza dimenticare i passiti.
Sperimentazione ed esplorazione, due parole possono riassumere il 2024 del vino. Oggi una sete inestinguibile per il nuovo caratterizza i bevitori che, cercano con curiosità vini ottenuti da uve meno note ed al contempo storie di produttori emergenti.
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Voler tracciare una mappatura completa di tutte la varietà di vino censite in Italia però, non è certamente un lavoro da poco: solo una piccolissima parte dell’incredibile serbatoio di biodiversità, è stata studiata nel dettaglio da un punto di vista genetico, agronomico od organolettico, eppure periodicamente su alcuni di questi vitigni pressoché sconosciuti al grande pubblico, nascono dei progetti aziendali e non, con l’obiettivo di recuperarli e valorizzarli ben oltre i pochi filari in cui sono presenti.
Le storie di produttori e vini sconosciti riscuotono sempre più fascino. Un crescente interesse per le specialità italiane conosciute ai pochi, per piccole chicche enogastronomiche prodotte in limitate quantità, sta cambiando il modo in cui i winelover comprano e consumano.
Anche le cantine stanno vivendo questo sviluppo. Sempre più persone cercano vini in grado di stimolare la loro fantasia e con una storia interessante da raccontare. Questo dona nuova linfa a tante piccole aziende indipendenti, che si propongono con decisione come alternativa in un settore dominato da grandi nomi.
I consumatori sono annoiati dalla omogeneizzazione del vino. Costose campagne di marketing non riescono a ispirare vere emozioni, cercano il prodotto locale, la piccola eccellenza.
Il nuovo vitigno autoctono è di certo più stimolante e, che spesso le bottiglie si trovano anche a prezzi inferiori.
La rinnovata passione verso la ricerca e l’attenzione al denaro della nuova generazione di bevitori, sta modificando la percezione della reputazione di molti giganti del vino. E così si preferiscono vitigni sconosciuti o autoctoni che riescono ad esprimere le caratteristiche del territorio in modo molto personale ed originale.
Dal cornalin valdostano al camaiola campano, dal boschera veneto al maiolica abruzzese, dal pavana trentino al sanforte toscano. Passando per cornalin, nascetta, bronner, pignolo, sciuscià, pugnitello, bellone, biancolella, negroamaro e minutolo e i meno conosciuti maresco e moscatello selvatico. Spumanti metodo classico rosé prodotti con due tra i vitigni re dei tannini.
Oltre cento le etichette ai banchi d’assaggio dove i sommelier AIS hanno raccontato i vini assieme ad alcuni dei produttori, e poi gastronomia, con panzerotti fritti, salumi e caseari artigianali, carne alla brace e olio extravergine d’oliva, simbolo della Puglia.
Il tutto accompagnato dalle note de “I Miserabili Band”.
Questi i vini presentati all’evento Vitigni & Vini 2024.
La cosa che più ha colpito è come il vino riesca fuori dalle cantine, raggiungendo il mare, a trasmettere agli appassionati, alla terra, persino all’odore dell’aria che si respira: passione, cultura enogastronomica, storia, ed una sottile pace data dall’unione del mare con la terra e i suoi frutti; per una serata tutta da vivere, in una location tra le più belle della nostra terra, la Puglia in perfetto stile AIS Puglia-Murgia.
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