Adriana Poli Bortone a 33 voti dalla vittoria al primo turno a Lecce. Sarà ballottaggio con Carlo Salvemini. Aria tesa fra i rispettivi comitati elettorali.

Sono stati necessari tre giorni alla Commissione elettorale per stabilire definitivamente l’esito del primo turno delle elezioni comunale a Lecce. L’esame scrupoloso delle 4 sezioni, equivalenti a circa 2000 voti, dove erano sorte controversie in merito all’attribuzione di alcune preferenze, ha portato infine a stabilire come alla candidata del centrodestra, Adriana Poli Bortone, siano mancati appena 33 voti di preferenza per avere la meglio al primo turno sul suo rivale più accreditato, Carlo Salvemini.
In dettaglio, Poli Bortone ha guadagnato 26.053 preferenze, equivalenti al 49,95 % dei votanti, contro i 24.373 conquistati da Salvemini, fermo al 46,73%.
Dopo l’ufficializzazione dell’esito delle lezioni, entrambi i candidati hanno pubblicamente commentato i risultati, e ne è emersa una vivace polemica a distanza, riflesso di giorni contrassegnati da forti contrapposizioni fra i rappresentanti di lista in merito alle vicende legate alle sezioni incriminate, contrapposizioni che naturalmente preesistevano alla tornata elettorale, esacerbate da un risultato tanto stretto in termini di distacco: l’uno dall’altro candidato, ma soprattutto Poli Bortone dalla maggioranza assoluta.
Poli Bortone ha sottolineato l’anomalia del fatto che in alcune sezioni vi sia quasi il 10% di schede dichiarate “nulle”, gli errori nelle compilazioni di alcuni verbali ma poi ha soprattutto tuonato contro forme di pressione che avrebbero ricevuto alcuni candidati non eletti presenti nelle sue liste, raggiunti da tentativi di convincimento a “cambiare cavallo” in vista del ballottaggio: “I non eletti delle nostre liste sono persone tutte degne, non in mercato e non in vendita“.
Ha poi dichiarato, in merito alla possibilità che i cittadini di Lecce possano trovarsi un sindaco con un numero di consiglieri eletti inferiore alla maggioranza in Consiglio comunale, ipotesi che si verificherebbe se il ballottaggio lo vincesse Salvemini, che i leccesi hanno una ed una sola possibilità: “votare”.
Carlo Salvemini ha immediatamente replicato nella conferenza stampa tenutasi presso il suo comitato elettorale: “quale che sia l’esito del ballottaggio io porgerò immediatamente alla mia avversario la mano, tuttavia mi permetto di far notare come, una persona che è stata già sindaco di questa città, più volte parlamentare e anche ministro, proprio per i ruoli istituzionali che ha rappresentato, dovrebbe mostrare maggiore rispetto verso la sua città e nello specifico verso gli organismi che sovrintendono alle operazioni di voto“.
A questo punto si metteranno quindi all’opera i rispettivi comitati elettorali per portare i rispettivi candidati a giocarsi al meglio delle proprie possibilità questa volata a due, dall’esito così incerto, in programma per domenica 23 giugno. Gli altri due candidati sindaci del primo turno, i civici Alberto Siculella e Agostino Ciucci, accreditati complessivamente di un a questo punto prezioso 3% al primo turno, hanno già fatto sapere di non essere interessati ad alcuna forma di apparentamento in vista del ballottaggio. Il dottor Ciucci, medico del Pronto soccorso del “Fazzi”, è stato colto fra l’altro questa settimana da un malore piuttosto grave, che ha richiesto il ricovero in ospedale.
Al ballottaggio, come si sa, va a votare un numero inferiore di persone rispetto al primo turno. Siccome fra i non votanti è difficile far presa, il compito dei due candidati sarà innanzitutto quello di motivare al massimo a tornare a votare i propri sostenitori, disperdendo meno voti possibili rispetto a quelli conquistati al primo turno.