Smaltimento illegale di rifiuti a Gallipoli: cantiere dissequestrato

Rifiuti in cava abusiva: questo il cuore della vicenda che ha scosso la tranquilla cittadina di Gallipoli. La scoperta di rifiuti trasportati illegalmente in una cava non autorizzata ha portato al sequestro di cantieri e mezzi, e alla denuncia di dieci persone, inclusi i rappresentanti legali delle società coinvolte. Tuttavia, in un’inversione di rotta sorprendente, il cantiere è stato dissequestrato.
La frase chiave “Rifiuti in cava abusiva” è alla base di un’indagine avviata dai carabinieri forestali di Gallipoli. Durante i lavori edili, i rifiuti venivano caricati su autocarri e trasportati in una cava non autorizzata. Questo ha portato al sequestro del cantiere, dei mezzi e della stessa cava, e alla denuncia di dieci persone. Il provvedimento è stato convalidato dalla giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lecce, Maria Francesca Mariano.
L’avvocato Alessandro De Matteis, rappresentante della società coinvolta, ha ottenuto il dissequestro del cantiere. Ha dimostrato come l’azienda si sia attivata immediatamente per interrompere il contratto con la ditta responsabile del trasporto e smaltimento dei rifiuti speciali, conferendo l’incarico a una nuova ditta autorizzata e iscritta nell’Albo dei Gestori. Questa tempestiva azione ha convinto la giudice Maria Vallefuoco a rimuovere i sigilli dal cantiere, permettendo la ripresa dei lavori.
Il dissequestro del cantiere rappresenta un sollievo per la società costruttrice, che può ora rispettare i tempi contrattuali di consegna degli appartamenti. “Rifiuti in cava abusiva” è una vicenda che ha minacciato di gettare un’ombra sulla reputazione dell’azienda, ma la pronta reazione della società dimostra la sua serietà e affidabilità sul mercato.
Secondo l’avvocato De Matteis, l’obiettivo è persuadere la Procura che il coinvolgimento della società nella discarica abusiva è stato marginale e fortuito. La ripresa dei lavori permetterà alla società di mantenere gli impegni con i clienti, mentre la battaglia legale continua per dimostrare la loro estraneità ai fatti.