Sul passaggio alla gestione pubblica del San Raffaele fortissima contrapposizione fra Fondazione e Regione

Infuria la polemica sulla vicenda relativa al passaggio della struttura di alta riabilitazione di Ceglie Messapica fra l’ente che ha gestito il presidio fin dalla sua nascita e la Regione Puglia la quale, il 24 maggio, ha emanato un decreto con cui ha dato seguito all’intenzione fatta trapelare già negli scorsi mesi, quella di rendere pubblica la struttura.
Ad aprire la querelle la dura denuncia del consigliere regionale di Azione Fabiano Amati, che segue da sempre con particolare attenzione le vicende legate alla sanità nella nostra regione, con la quale addebitava alla Direzione generale del San Raffaele la responsabilità di stare procedendo ad una serie di licenziamenti all’interno dell’organico del presidio di Ceglie Messapica come ritorsione all’iniziativa della Regione di sottrarre ad essa la gestione:
“La Fondazione San Raffaele, del senatore Antonio Angelucci, sta licenziando il personale del centro di riabilitazione intensiva di Ceglie Messapica, con la motivazione espressa di ritorsione contro la Regione Puglia per la legge d’internalizzazione del servizio.
Una vicenda incredibile, considerato che il personale in servizio dovrebbe transitare nella ASL BR e che con i licenziamenti s’intende sottrargli il titolo per il transito.
A questo punto informerò la Procura della Repubblica di Brindisi, affinché possa verificare la sussistenza di reati sia sui licenziamenti che sull’intero rapporto contrattuale, la Prefettura di Brindisi, per quanto di competenza, e la ASL di Brindisi, in particolare il Dipartimento di prevenzione, per verificare le modalità di erogazione del servizio.
Nel frattempo chiederò l’intervento del Nucleo ispettivo della Regione, della sezione competente per la promozione di ogni iniziativa di verifica, oltre che della task force lavoro.
Non ho mai visto una iniziativa così vergognosamente contraria all’interesse pubblico, usando il servizio di riabilitazione intensiva e la sofferenza delle persone. Sarò il testimone dell’accusa in ogni dove, per mettere in evidenza quanto necessaria sia stata la nostra iniziativa d’internalizzazione, per combattere disservizi e carenze assistenziali, testimoniate di recente dalle dimissioni di uno dei migliori medici di riabilitazione intensiva, che da tanti anni serviva la causa con grande dedizione, professionalità e umanità, venuta meno per non dover fare compromessi con la sua coscienza di medico.”
Non si è fatta attendere la replica piccata di Antonio Angelucci, il quale ha accusato Amati di dire delle assolute falsità in merito al suo attuale rapporto con la Fondazione, e attribuendo tale millanteria alla volontà di strumentalizzare la questione in chiave politica a pochi giorni dalle elezioni europee, riservandosi il diritto di agire in sede giudiziaria nei suoi confronti.
La Fondazione San Raffaele ha invece replicato sostenendo come l’internalizzazione del personale prevista dal decreto regionale rechi con sé l’impossibilità intrinseca di assorbirlo interamente. Riportiamo il comunicato ufficiale, firmato dal presidente, Sergio Pasquantonio:
“In relazione al comunicato del Consigliere regionale Fabiano Amati nel quale vengono rivolte infondate accuse alla Fondazione San Raffaele precisiamo di non comprendere i toni di questa campagna aggressiva e diffamatoria nei confronti di chi per 25 anni ha prestato servizio con abnegazione e sacrificio mettendo sempre al centro il paziente e nel fermo rispetto delle leggi che continueremo ad osservare.
Contestiamo pertanto quanto affermato dal Consigliere Amati che dovrebbe ben conoscere le specifiche della legge da lui promossa in merito al passaggio del personale nel pubblico: personale verso il quale ha il dovere di rappresentare la realtà in maniera oggettiva e trasparente e non edulcorata così come fatto sino ad ora per mera propaganda elettorale.
Il Consiglio Regionale della Puglia il 24.05.2024 ha approvato la Legge recante “Istituzione del Centro regionale di riabilitazione pubblica ospedaliera (CRRiPOCeM) al fine di internalizzare la gestione del Presidio Riabilitativo di Ceglie Messapica configurandolo quale presidio a gestione diretta della Azienda Sanitaria Locale di Brindisi. Come previsto dall’art. 4 comma 2) “il personale in servizio alla data di entrata in vigore della presente legge, transita nell’organico della ASL competente nel rispetto della normativa vigente”, ossia in relazione a quanto previsto al punto c), comma 268 della Legge 234/20021 richiamata nel succitato art. 4, rispetto al personale in servizio ad oggi di 181 unità, il personale sanitario e sociosanitario che potrebbe avere diritto al transito, ai sensi della predetta norma, conta nel complesso 77 unità di cui 2 medici, 9 infermieri, 35 terapisti 28 OSS, certamente insufficienti per garantire l’assistenza agli attuali 105 posti letto. Non è previsto passaggio di ulteriori figure professionali tanto meno dei contratti a rapporto libero professionale o a tempo determinato.
Il riferimento fatto dal Consigliere Amati a inesistenti “licenziamenti” è quindi del tutto fuorviante.
La Fondazione si è limitata quindi a rendere edotti i lavoratori degli effetti reali di una legge approvata in tutta fretta senza copertura ed i cui effetti ricadranno, certamente non per volontà della Fondazione, sui lavoratori stessi. Nel contempo la Fondazione nel rispetto del contratto assicura ed assicurerà l’assistenza di alta qualità a tutti i pazienti, come ha sempre fatto da 25 anni.
Quanto sopra per amore di verità confermando di essere, come sempre, pronti al dialogo nel rispetto di ogni volontà regionale.”
La diatriba si gioca insomma sulle pelle dei lavoratori, e non a caso sulla questione è intervenuta anche la Funzione Pubblica della CGIL la quale, schierandosi al fianco della Regione, ha ricordato di aver da tempo chiesto l’internalizzazione del personale ed il passaggio del presidio in gestione diretta all’ASL di Brindisi:
“La decisione unilaterale di privarsi di professionalità da parte della Fondazione San Raffaele oltre che ledere in maniera evidente lavoratrici e lavoratori è un gravissimo danno ai pazienti ed al territorio che si unisce al già evidente declino della Struttura in termini di macchinari e forniture ai degenti, come già evidenziato in più occasioni.
La Funzione Pubblica CGIL Brindisi non permetterà che la Struttura di proprietà di Cittadini e Cittadine della Provincia di Brindisi continui a subire tutto questo, una struttura nata come un’ Eccellenza e tristemente trasformata per essere votata soprattutto al profitto”,