Il mercato illegale delle oloturie a Taranto

Operazione contro il bracconaggio marino: 21 arresti per associazione a delinquere e disastro ambientale a Taranto
Vasto giro di affari illegale a Taranto legato alla cattura e lavorazione delle oloturie, comunemente conosciute come “cetrioli di mare”. Questi echinodermi sono altamente ricercati nei mercati asiatici, in particolare in Cina, dove il loro valore può raggiungere cifre esorbitanti. Si parla di 700 euro per chilogrammo di oloturie essiccate, con punte che possono arrivare fino a 3.000 euro per chilogrammo. Questo rende il commercio illegale delle oloturie estremamente lucrativo, attirando l’attenzione di organizzazioni criminali e bracconieri ittici.
Le operazioni delle Fiamme Gialle hanno portato alla luce un’organizzazione ben strutturata e operativa su larga scala, dedita alla pesca illegale di oloturie nelle acque del Mar Jonio. La rete criminale si occupava non solo della cattura, ma anche della lavorazione e successiva esportazione del prodotto verso il mercato cinese. Le accuse formulate nei confronti degli arrestati includono associazione per delinquere e disastro ambientale, reati che comportano pesanti sanzioni.
Le Fiamme Gialle aeronavali di Taranto hanno eseguito un’importante operazione contro il bracconaggio marino e i crimini ambientali. Sotto l’egida di un’ordinanza esecutiva di misure cautelari personali, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Taranto su richiesta della Procura della Repubblica del Capoluogo Jonico, sono state arrestate 21 persone. Tra queste, 9 sono state condotte in carcere e 12 poste agli arresti domiciliari. I soggetti coinvolti sono gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere e disastro ambientale.